Bond, ecco come non perdere il treno

L'estratto dall’analisi di MFS IM, a cura di Benoit Anne

Benoit Anne, managing director di Investment Solutions Group
Sebbene siano diversi i timori che negli ultimi tempi hanno attraversato i mercati globali, il pericolo di lasciarsi scappare delle opportunità nell’universo...

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Sebbene siano diversi i timori che negli ultimi tempi hanno attraversato i mercati globali, il pericolo di lasciarsi scappare delle opportunità nell’universo obbligazionario (fixed income fear of missing out, FIFOMO) sarà la nuova paura che chi investe in obbligazioni dovrà presto affrontare, stando all’analisi di Benoit Anne, managing director di Investment Solutions Group. E questa volta sarà «una paura positiva».

Dato il netto miglioramento del quadro macro, compresi i segnali più nitidi provenienti dalle banche centrali e il quadro valutativo favorevole, «questa può essere un’opportunità interessante per aumentare l’allocazione nell’asset class», spiega Anne. L’esperto è tra quelli che vedono all’orizzonte uno scenario cosiddetto “Goldilock”, e cioè “Riccioli d’oro”, la protagonista dell’omonima favola. Dunque un’economia tiepida, caratterizzata da crescita moderata e bassa inflazione, «siamo finalmente pronti ad uscire dal temuto regime macro di “paura della Fed”, preparando il terreno a un contesto molto più favorevole per i bond», precisa Anne. 
Fino a che punto? I punti d’ingresso contano eccome nel mercato obbligazionario. «Dato il livello interessante dei rendimenti correnti, le prospettive per i rendimenti attesi sono notevolmente migliorate», spiega l’esperto. Questo perché esiste una solida relazione storica tra rendimenti iniziali come quelli odierni e la forza delle performance successive. Ad esempio, con un rendimento iniziale del 5,16% per i titoli Usa, il rendimento mediano per i cinque anni successivi – utilizzando un intervallo di 30 punti base intorno al rendimento iniziale – si attesta al 5,97%, con rendimenti tra 3,36 e 7,17%.


Inoltre, le prospettive per i rendimenti obbligazionari attesi hanno beneficiato delle indicazioni fornite di recente dalle principali banche centrali circa i futuri tagli dei tassi. Analizzando la mappa termica del settore investment grade Usa, è chiaro che la probabilità di rendimenti più alti è aumentata, soprattutto data l’elevata possibilità di taglio dei tassi Fed. In base a un rendimento iniziale del 5,16% e ipotizzando spread invariati nell’anno successivo a fronte di un calo dei tassi di 60 punti, è possibile realizzare un rendimento del 9,43% in un anno (rendimento iniziale meno l’andamento combinato di tassi e spread moltiplicato per la duration dell’indice). I bond preferiti? «Siamo ottimisti sia sulla duration che sul credito e privilegiamo quindi la parte più rischiosa dello spettro obbligazionario, in particolare il debito dei mercati emergenti e l’high yield Ue». Questo per «le prospettive macro più favorevoli e i livelli d’ingresso interessanti», conclude Anne. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero