Amazon fa causa ad antitrust UE per non aver stoppato indagine AGCM su stesso tema

Amazon fa causa ad antitrust UE per non aver stoppato indagine AGCM su stesso tema
(Teleborsa) - Amazon ha citato in giudizio l'autorità antitrust dell'Unione europea per aver consentito all'Autorità garante della concorrenza e del mercato italiana di...

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(Teleborsa) - Amazon ha citato in giudizio l'autorità antitrust dell'Unione europea per aver consentito all'Autorità garante della concorrenza e del mercato italiana di proseguire il proprio caso riguardante il servizio Buy Box del gigante dell'e-commerce statunitense. Secondo Amazon il procedimento dell'AGCM sarebbe dovuto essere incluso nell'indagine portata avanti a livello europeo.


Amazon ha portato il caso alla Corte di giustizia dell'Unione europea, in Lussemburgo, chiedendole di annullare la decisione dell'UE di escludere l'Italia dall'indagine più ampia. "Quando la Commissione europea decide di indagare su una questione, la legge europea afferma che le autorità nazionali garanti della concorrenza non possono indagare sullo stesso argomento - ha affermato Amazon in una nota - Ciò non è avvenuto in questo caso, poiché la decisione di avvio della Commissione tenta di escludere l'Italia".

L'indagine dell'antitrust europeo riguarda il "Buy Box", che consente, agli utenti, di aggiungere degli oggetti offerti da uno specifico rivenditore direttamente al carrello degli acquisti. Capire come Amazon seleziona i rivenditori che hanno diritto al Buy Box è essenziale, secondo la Commisione UE, per capire se ci sono pratiche commerciali scorrette. Il caso italiano sullo stessa tema è stato aperto nel 2019.

Il procedimento punta anche il dito sul doppio ruolo di Amazon, che lo contraddistingue da altre piattaforma di e-commerce: da un lato è un marketplace tramite cui i venditori indipendenti possono vendere agli utenti della piattaforma, ma dall'altro la stessa Amazon è un venditore, ponendosi quindi in competizione con i venditori indipendenti che ospita. L'antitrust UE vuole scoprire se la società offre un trattamento preferenziale alle proprie offerte o ai venditori che utilizzano i suoi servizi di logistica e consegna. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero