Allarme Xylella, EFSA: "Non c'è cura, tutta l'Ue è a rischio"

Allarme Xylella, EFSA: "Non c'è cura, tutta l'Ue è a rischio"
(Teleborsa) - "Non esiste ancora una cura in grado di eliminare il batterio vegetale della Xylella Fastidiosa" che minaccia da tempo non solo i Paesi sul Mediterraneo ma anche...

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(Teleborsa) - "Non esiste ancora una cura in grado di eliminare il batterio vegetale della Xylella Fastidiosa" che minaccia da tempo non solo i Paesi sul Mediterraneo ma anche l'intero territorio dell'Ue. A lanciare l'allarme è l'EFSA, l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare.


Lo studio, reso noto nella giornata di oggi, mercoledì 15 maggio, fornisce spunti e conclusioni per il controllo dei focolai infettivi e per la prevenzione di una sua ulteriore diffusione nell'Ue ma mette in evidenza appunto che allo stato attuale "non esiste ancora un modo conosciuto per eliminare il batterio da una pianta malata in reali condizioni di campo", inoltre che le cosiddette "zone cuscinetto di dimensioni diverse per controllare un'area infetta abbia un'efficacia relativa".

IL BATTERIO KILLER - La Xylella Fastidiosa è una minaccia per tutta l'olivicoltura mediterranea ed europea, i trattamenti sperimentati in questi anni possono ridurre i sintomi, ma non eliminano il batterio e quindi l'applicazione tempestiva delle misure di controllo Ue resta l'unico modo per fermare la malattia.

Confagricoltura: controlli, eradicazione e ricerca per sconfiggerla - "Ha ragione l'Efsa, non bisogna abbassare la guardia e serve un impegno straordinario di tutti per arginare questo male endemico che ha già pesantemente compromesso l'olivicoltura pugliese - ha commentato in una nota Pantaleo Greco, Presidente della Federazione nazionale Olivicola di Confagricoltura.

"Abbiamo sempre sostenuto che è fondamentale la lotta alla diffusione della malattia, con il controllo costante e la distruzione delle piante contaminate, nonchè di qualunque altro materiale possa essere veicolo di diffusione di organismi nocivi. Le zone cuscinetto vanno ampliate e non ridotte e le eradicazioni vanno praticate entro al massimo 30 giorni dalla scoperta dell'albero infetto. Altrettanto indispensabile è la ricerca scientifica", ha proseguito Greco. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero