(Teleborsa) - Il commercio mondiale, nonostante sia ancora in crescita, rallenta sensibilmente, flagellato dalle tensioni finanziarie sempre più accentuate e dalle ripercussioni...
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In primo piano la Manovra e le tensioni sui mercati finanziari italiani. Vendite a piene mani sui titoli di Stato italiani da parte degli investitori stranieri. A luglio e agosto gli investitori esteri hanno venduto titoli del debito sovrano complessivamente per 8,7 miliardi, mentre lo Spread a metà ottobre si colloca stabilmente oltre i 300 punti base.
Altro capitolo riguarda il programma di indebitamento contenuto nel DEF: dall'1,8% dell'anno in corso all'aumento al 2,4% nel 2019. Obiettivo del Governo è la riduzione del disavanzo nei prossimi due anni, tale da tornare al livello attuale. Secondo Palazzo Koch la Manovra, che "nelle valutazioni ufficiali determinerebbe un significativo stimolo all'economia", andrà valutata in base a "tempistiche e modalità d'attuazione delle misure". Affinché si raggiungano i risultati programmati, secondo il Bollettino "l'efficacia dipenderà dal mantenimento della fiducia dei risparmiatori e degli investitori, nonché dal risanamento delle finanze pubbliche".
In ultimo, nel nostro Paese viene rilevata una crescita attenuata nel secondo trimestre dell'anno, spinta dagli investimenti ma frenata da esportazioni stabili che risentono della debolezza del commercio globale. Il PIL italiano "sarebbe cresciuto in termini congiunturali dello 0,1%, rallentando rispetto ai tre mesi precedenti". Bene il mercato del lavoro, in costante miglioramento dai mesi primaverili, con il tasso di disoccupazione sceso al 9,7% ad agosto.
L'inflazione è cresciuta invece dell'1,7%, ai massimi dal 2012. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero