(Teleborsa) - La voce di Confcommercio si leva ancora contro l'usura. Sono circa 40mila le imprese seriamente minacciate da questa piaga, un fenomeno in crescita soprattutto nel...
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Il dato emerge da un'analisi dell'Ufficio Studi sulla percezione dell'usura tra le imprese del commercio e dei servizi, che segue quella effettuata nel maggio scorso in piena emergenza Covid.
Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli "la crisi economica provocata dall'emergenza sanitaria, che sta mettendo a durissima prova il mondo imprenditoriale, rischia di favorire lo sviluppo di fenomeni criminali" ed in particolare l'usura che rappresenta "un pericolo reale che va affrontato".
In questo difficile momento - spiega Confcommercio - i maggiori problemi che le imprese del terziario lamentano sono la perdita di fatturato (per quasi il 38% degli imprenditori) e la mancanza di liquidità che, insieme alla difficoltà di accesso al credito, rappresenta un forte ostacolo all'attività per il 37% delle imprese. Tutto ciò contribuisce a rendere sempre più fragile un sistema imprenditoriale, dove un gran numero di imprese (quasi 300mila) si è visto rigettare il credito chiesto, risultando così sempre più esposto al rischio usura. E' aumentato il numero di imprenditori che ha chiesto un prestito a soggetti fuori dai canali ufficiali (14% contro 10%).
Per Sangalli questa situazione può essere risolta solo con aiuti efficaci per le aziende più colpite dagli effetti del Covid, quali l'ampliamento delle moratorie fiscali e dei prestiti bancari e maggiori indennizzi a fondo perduto per ridare ossigeno alle imprese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero