Alitalia, salvataggio in stallo: più tempo per creare una cordata

Alitalia, salvataggio in stallo: più tempo per creare una cordata
È un vero e proprio cul de sac quello in cui Alitalia è scivolata nelle ultime settimane. Tra un rimpallo e l'altro, il salvataggio del vettore è finito...

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È un vero e proprio cul de sac quello in cui Alitalia è scivolata nelle ultime settimane. Tra un rimpallo e l'altro, il salvataggio del vettore è finito in una palude da cui è sempre più difficile districarsi. Tanto da spingere il governo ad un nuovo rinvio dei tempi per la presentazione dell'offerta vincolante, «per vedere - come spiegato dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri - se la cordata può riformarsi».


L'attendismo di Atlantia, che gioca parallelamente la partita sulla compagnia aerea e sulle concessioni autostradali, avrebbe cominciato a preoccupare non poco commissari e interlocutori di governo. E forse anche ad irritare il premier Giuseppe Conte che, con «la presa d'atto» comunicata ieri, sembra abbia provato a prendere la società in contropiede, parlando di un disinteresse con cui la holding si sarebbe volontariamente tirata fuori, ma che il gruppo non ha in realtà mai veramente esplicitato. Se è vero che la holding non ha formalizzato alcuna offerta entro i termini stabiliti, il cda ha infatti allo stesso tempo confermato la disponibilità a individuare un partner industriale, non rinunciando al progetto ma chiedendo di fatto un'altra proroga. I commissari non ne hanno ancora presentato richiesta al Mise, ma indiscrezioni ipotizzano un allungamento di altre 2-3 settimane.

Qualcosa potrebbe muoversi a partire da lunedì, con una serie di incontri tra il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli e gli attori in campo. Per Alitalia, ha chiarito Gualtieri, «ci aspettavamo la presentazione di un piano, uno dei partner si è sfilato, adesso diamo del tempo per vedere se la cordata può riformarsi».

Le carte sono tutte sul tavolo, sia quelle scoperte da Delta (pronta a un investimento da 100 milioni) che quelle di
Lufthansa (disposta solo ad una partnership commerciale finché Alitalia non sarà sottoposta ad una decisa cura dimagrante) ma la prospettiva è ancora estremamente incerta. Anche perché, senza le presentazione dell'offerta, o quanto meno senza la formazione definitiva della cordata con il partner internazionale prescelto, la nuova tranche di prestito da parte dello Stato rischia di non poter arrivare nelle casse della compagnie, progressivamente sempre più a secco.


A ricordare che il tempo è agli sgoccioli è non a caso il leader della Cgil, Maurizio Landini. «Stiamo dicendo al Governo è che bisogna fare alla svelta, è venuto il momento delle decisioni». Nulla in contrario da parte del sindacato a Fs, Atlantia, Mef o stranieri, purché «il piano industriale per Alitalia sia un piano che allarga» e non che restringe. Decisamente più sbrigativo Carlo Calenda: il leader di Azione dice basta a «cordate fantasmagoriche» e invita il governo a vendere Alitalia direttamente a Lufthansa. Mentre il numero uno di Assolombarda, Bonomi, parla in generale di «demagogia» sulla gestione delle crisi aziendali.

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Il Messaggero