Alitalia, parte il countodown per il referendum. Esito a rischio

Alitalia, parte il countodown per il referendum. Esito a rischio
(Teleborsa) - "No, non siamo ottimisti. Pensiamo sia una...

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(Teleborsa) - "No, non siamo ottimisti. Pensiamo sia una situazione molto difficile figlia di molti errori: quelli fatti dal Paese quando ha deciso di privatizzare senza criteri; quelli fatti dai manager della società nelle due successive ristrutturazioni". E' lapidaria Susanna Camusso, segretario generale della CGIL che parlando del referendum cui sono chiamati i lavoratori di Alitalia per approvare o respingere l'accordo raggiunto nei giorni scorsi non lascia molto spazio all'interpretazione. L'intesa della scorsa settimana, dopo lunghe ed estenuanti trattative degli ultimi mesi, ora attende il verdetto dei dipendenti della ex compagnia di bandiera. Ma l'aria che si respira è tutt'altro che distesa. Venerdì, 14 aprile, la compagnia e i rappresentanti del lavoro hanno concordato un pacchetto di misure tra cui la riduzione degli esuberi del personale di terra a tempo indeterminato a 980 da 1.330 e il taglio degli stipendi all'8% ridotto dal 30% indicato in precedenza dall'azienda. Alla vigilia del referendum che prenderà il via domani 20 aprile, e si concluderà lunedì 24 aprile, "il clima è teso e nello stesso tempo pieno di dubbi e perplessità. C'è chi e' favorevole all'ipotesi di accordo e chi la respinge a prescindere", così dichiara Emiliano Fiorentino, segretario nazionale FIT-CISL.  Per il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, i lavoratori di Alitalia devono votare in maniera libera e consapevole. "Auspico - ha detto Calenda - che decidano liberamente e consapevolmente, sapendo quale sia la situazione vera dell'azienda e i possibili scenari". Non c'è di fatto fiducia da nessuna parte, nemmeno dalle istituzioni. Alla vigilia di Pasqua, il Ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Graziano Delrio, aveva espresso la sua "forte preoccupazione" per l'esito del referendum. Intanto, i sindacati scrivono al Governo per indicare i criteri da applicare nel preaccordo, chiedendo nello specifico "l'individuazione di modalità eque e perequative della riduzione dell'8% prevista dall'azienda, anche tenendo conto dell'impatto delle altre proposte indicate e la definizione e l'avvio degli interventi di riduzione dei costi partendo da quelli non attinenti la retribuzione percepita ad oggi". I sindacati chiedono infine una "gradualità della riduzione delle retribuzioni, nell'accordo ancora da definire e condividere, da realizzarsi nell'arco dei 5 anni del piano".  
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Il Messaggero