Alitalia, deserta prima asta per il marchio. Che succede ora?

Alitalia, deserta prima asta per il marchio. Che succede ora?
(Teleborsa) - La gara per il marchio Alitalia è "andata deserta". E' quanto riportano diversi organi di informazione. Entro le 14 di lunedì 4 ottobre, erano, infatti, attese sul...

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(Teleborsa) - La gara per il marchio Alitalia è "andata deserta". E' quanto riportano diversi organi di informazione. Entro le 14 di lunedì 4 ottobre, erano, infatti, attese sul tavolo dei Commissari le offerte vincolanti per lo storico brand della vecchia compagnia di bandiera ma non sarebbe arrivata nessuna offerta vincolante, dunque, tantomeno da ITA che, del resto, ha sempre giudicato il valore di partenza fuori dal mercato.




La base d'asta, infatti, fissata a 290 milioni di euro (oltre IVA e oneri fiscali ai sensi di legge), era già stata definita "irrealistica" dal presidente esecutivo di Ita, Alfredo Altavilla.

"Rende antieconomico l'investimento, non può valere tanto un marchio che ha caratterizzato un'azienda che ha perso tre miliardi e mezzo a livello operativo in 11 anni", ha sottolineato anticipando che ITA si sarebbe fatta avanti solo in caso di ribassi. Come prospettato alla vigilia, dunque, non si è fatto avanti nessuno in questa prima fase e si procederà con una seconda fase, che aprirà ad offerte con prezzi più bassi. Per gli esperti il marchio varrebbe al massimo tra i 145 e i 150 milioni di euro.

Ieri, intanto, in programma al Ministero del Lavoro il tavolo con i sindacati per la procedura di legge per la proroga della cigs di un anno, fino al 22 settembre 2022, già incardinata e richiesta mentre quella al 2023 deve essere indicata con una norma che il Ministro del Lavoro Orlando ha preannunciato lo scorso 1 ottobre.

Non si ferma, intanto, la protesta dei lavoratori con la compagnia in amministrazione straordinaria dal 2 maggio 2017 che spegnerà i motori ufficialmente il prossimo 14 ottobre quando cioè cederà il testimone a ITA, che decollerà il giorno dopo, con metà della flotta, 52 aerei, e solo 2.800 dipendenti rispetto ai 10.500 di Alitalia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero