(Teleborsa) - Gli hamburger vegani, a base di prodotti diversi dalla carne, come la soia, alimentano il dibattito in Europa, mentre l'Europarlamento si appresta oggi a votare...
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Le varie proposte sono divergenti fra di loro e testimoniano una battaglia delle lobby, dal momento che il mercato dei prodotti a base vegetale, seppur ancora di nicchia, presenta tassi di crescita piuttosto significativi. Alcune proposte puntano così a mantenere le diciture "hamburger", "bistecca", "salame" anche per i prodotti diversi dalla carne, magari con l'indicazione che si tratta di un prodotto "a base vegetale", mentre altre proposte puntano a salvaguardare queste denominazioni esclusivamente per i prodotti a base di carne.
Nel dibattito è intervenuta anche la Coldiretti, che denuncia un "furto d'identità" a scapito dei consumatori. "Devono continuare a chiamarsi bistecche, salsicce e hamburger solo quelle ottenute dalla carne per non ingannare i consumatori sulle reali caratteristiche del prodotto", afferma l'associazione che tutela gli agricoltori italiani, definendo "inaccettabile" la scelta di chiamare con lo stesso nome prodotti profondamente diversi, fatti di soia o legumi di vario tipo.
"Una strategia di marketing - afferma - con la quale si approfitta deliberatamente della notorietà e tradizione delle denominazioni di maggior successo della filiera tradizionale dell'allevamento italiano, con il solo scopo di attrarre l'attenzione dei consumatori, rischiando di indurli a pensare che questi prodotti siano dei sostituti, per gusto e valori nutrizionali, della carne e dei prodotti a base di carne", afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini, precisando che la carne ed i prodotti a base di carne fanno parte della dieta tradizionale ed "appartengono di fatto al patrimonio gastronomico italiano".
In realtà, la Francia ha già vietato questa pratica dal 2018, mentre in Europa c'è un braccio di ferro fra le associazioni degli agricoltori e le multinazionali che producono prodotti a base vegetale.
(Foto: comedy_nose CC BY 2.0) Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero