(Teleborsa) - Sono circa 2.250 le aziende italiane che potrebbero aspirare ad un IPO sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana, diventando target di investimento sia per...
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Secondo EY, in un contesto segnato dal perdurare degli effetti della pandemia, la quotazione sul segmento AIM Italia può rappresentare una concreta possibilità di risposta a sostegno della ripatrimonializzazione delle aziende e delle necessità da parte di queste di investire sulla trasformazione dei modelli di business e operativi.
La quotazione su questo segmento di Borsa Italiana consente "un processo di raccolta di capitale sul mercato regolamentato più snello, celere ed efficace, e che allo stesso tempo non compromette in maniera significativa l'assetto di governance, chiaramente a condizione che le aziende si dotino di piani sostenibili di trasformazione e riposizionamento sul mercato con un orizzonte di medio lungo periodo", ha sottolineato Marco Daviddi, Strategy and Transactions Med Region Managing Partner di EY.
Nel rapporto dedicato al mercato azionario AIM Italia, EY ha anche analizzato la performance del segmento di Borsa Italiana nel 2020. Dopo una fase di stallo nel corso del primo semestre (solo 3 nuove IPO tra gennaio e giugno 2020), a partire dal mese di agosto le IPO su AIM hanno ripreso slancio, facendo registrare al 31 dicembre 2020 un numero complessivo di 17 nuove quotazioni sul segmento, a fronte di 15 uscite. Su un orizzonte temporale decennale, il numero di IPO sul mercato AIM Italia è cresciuto a un ritmo piuttosto costante, pari al 35,1% medio annuo;
Su un totale di 137 società attualmente quotate sul mercato AIM Italia, il 90% circa dei soggetti emittenti appartiene al comparto industriale-manifatturiero, mentre il restante 10% è riconducibile al settore dei servizi finanziari/assicurativi e al settore real estate.
Pharma & Healthcare, Technology, Power & Utilities sono i settori che hanno registrato variazione di fatturato negli ultimi 12 mesi (rispetto al 2019) con un calo più contenuto, rispetto ad altri settori. Solo il comparto tecnologia ha registrato una crescita positiva (intorno all'1,4%).
All'interno dell'ambito dei beni di consumo, il comparto che ha resistito meglio all'impatto del lockdown è quella del Food, con una variazione positiva del 37% circa tra il fatturato degli ultimi 12 mesi e quello del 2019. All'interno del settore Industrial Products invece tutti i sotto-settori hanno subito uno scostamento negativo; solo il comparto Materials mostra uno scostamento inferiore al 3%.
(Foto: © Federico Rostagno | 123RF) Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero