Agrivoltaico, falsi miti da sfatare: l'agricoltura non è penalizzata

Recenti studi dagli Usa alla Spagna hanno calcolato i benefici a diversi tipi di coltivazioni

Agrivoltaico, falsi miti da sfatare: l'agricoltura non è penalizzata
Esiste una barriera “culturale” verso il fotovoltaico e in particolar modo verso l’agrivoltaico. Tipica è la sindrome NIMBY (Not In My Backyard),...

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Esiste una barriera “culturale” verso il fotovoltaico e in particolar modo verso l’agrivoltaico. Tipica è la sindrome NIMBY (Not In My Backyard), niente vicino a me o alla mia casa, che però è anche associata a falsi miti come quello che toglierebbe spazio, ad esempio, all’agricoltura. Cosa non vera secondo tutti gli studi del settore. Anzi c’è una maggiore resa dei terreni, risparmio ed uso più efficiente delle risorse, possibilità di restituire nuova vita a terreni abbandonati. Diversi test, effettuati in impianti in Spagna, Grecia, Australia e Stati Uniti, hanno evidenziato un aumento della produttività nei terreni dove sono presenti impianti agrivoltaici. Anche perché quando si parla di agrivoltaico, si intende un impianto fotovoltaico di ampia scala, con strutture, che sostengono i moduli fotovoltaici a circa 2-2,5 metri di altezza, posizionate su un terreno su cui possono svilupparsi anche attività agricole e/o zootecniche, con una piena integrazione e sinergia tra produzione elettrica ed agricola. C’è una significativa riduzione del consumo di acqua, cosa ottima per le colture medio basse, come le erbe aromatiche, le orticole, come peperoni, melanzane e zucchine; piante da foraggio; frutta come fragole o frutto del drago, succulente come l’aloe per cosmesi o usi farmaceutici. Da un lato i test hanno evidenziato un aumento della resa tra il 20% e il 60% nei terreni interessati da impianti agrivoltaici. Dall’altro, la presenza di alcune di queste piante è strategica perché contribuisce a creare habitat favorevoli agli insetti impollinatori che, grazie alla loro azione, portano vantaggi a tutto l’ecosistema agricolo, agendo sulla salvaguardia della biodiversità. Così Enel sottolinea che è importante superare le barriere culturali e sensibilizzare tutti gli stakeholder coinvolti nel sistema energetico, a partire dai cittadini in qualità di attori e primi fruitori dei benefici legati allo sviluppo delle fonti rinnovabili.
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Il Messaggero