Abbonamento bus e metro, ecco come applicare la detrazione nel 730

Detrazione del 19 per cento su una spesa massima di 250 euro, quindi a conti fatti un risparmio fiscale di 48 euro. Dopo una decina d'anni è tornata nella dichiarazione...

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Detrazione del 19 per cento su una spesa massima di 250 euro, quindi a conti fatti un risparmio fiscale di 48 euro. Dopo una decina d'anni è tornata nella dichiarazione dei redditi la popolare agevolazione per i contribuenti che usando bus e metro hanno acquistato abbonamenti al trasporto pubblico locale, regionale o interregionale. La novità riguarda anche le spese per gli abbonamenti dei familiari a carico. Per usufruire dello "sconto" sul 730 bisogna però rispettare le indicazioni fornite dall'Agenzia delle Entrate a proposito di tetti di spesa e documentazione da conservare.


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Innanzitutto, secondo un criterio di cassa, la detrazione vale per le spese sostenute nel 2018, indipendentemente dalla durata dell'abbonamento. Quindi se ad esempio nel mese di dicembre 2018 è stato acquistato un abbonamento annuale che scade nel dicembre di quest'anno la spesa potrà essere detratta, mentre se l'acquisto è avvenuto a gennaio 2019 bisognerà attendere la prossima dichiarazione (ma si potrà detrarre l'eventuale precedente abbonamento sottoscritto nel gennaio 2018). Per abbonamento si intende un titolo di viaggio che dà diritto a viaggiare illimitatamente per un certo periodo di tempo; non valgono i biglietti orari anche se di durata superiore a quella giornaliera (ad esempio per 72 ore).

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Il limite di spesa di 250 euro va inteso sia come tetto totale complessivo per la spesa detraibile da ciascun componente, sia come importo massimo di ciascun abbonamento. Quindi se ad esempio un genitore ha sostenuto per sé una spesa di 200 euro, potrà al massimo utilizzarne altri 50 dell'eventuale abbonamento del figlio. Mentre se due genitori hanno sostenuto complessivamente una spesa di 400 euro per il figlio, calcoleranno comunque la detrazione su 250 euro, da ripartire tra loro.


Infine un punto importante è quello della documentazione da conservare. L'Agenzia delle Entrate specifica che l'ammontare della spesa e la data in cui è stata sostenuta, così come la durata dell'abbonamento, devono risultare dal titolo di viaggio oppure dalla ricevuta. Se la data non è indicata, si presumerà che coincida con il primo giorno di validità dell'abbonamento. Ci possono però essere una serie di situazioni differenti, in particolare in presenza di familiardi a carico: se ad esempio sulla ricevuta di pagamento non compare il nome del contribuente che intende detrarre la spesa, ma c'è quello del figlio che usufruisce dell'abbonamento oppure non ce n'è nessuno, allora bisognerà produrre un'autocertificazione (dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà in base al Dpr 44, qui un fac simile) che indichi chi ha sostenuto effettivamente la spesa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero