Aborto, Vogue Polonia contro il divieto: in copertina la modella con mani legate: «Liberi solo se saremo uguali»

Aborto, Vogue Polonia contro il divieto: in copertina la modella con mani legate e un fulmine rosso sangue
Vogue Polonia scende in campo per il diritto all'aborto dopo la sentenza della Corte Costituzionale locale che, il 22 ottobre scorso, ha di fatto vietato l'interruzione di...

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Vogue Polonia scende in campo per il diritto all'aborto dopo la sentenza della Corte Costituzionale locale che, il 22 ottobre scorso, ha di fatto vietato l'interruzione di gravidanza anche per feti con difetti congeniti. Dopo le manifestazioni in tutto il Paese e la recente condanna da parte del Parlamento europeo anche la bibbia fashion per eccellenza si è schierata: in copertina sull'ultimo numero c'è la modella e attivista Anja Rubik nuda e avvolta in un drappo rosso sangue, con le mani legate e un fulmine sul viso.

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È proprio il fulmine il simbolo delle proteste che hanno animato Varsavia senza sosta nelle ultime settimane: in 100mila sono scesi in strada spingendo il governo, che evidentemente non si aspettava una tale reazione, a ritardare la pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale cercando di individuare una scappatoia contro la furia dell'opinione pubblica. 

 

Il grido di protesta dalle pagine di Vogue

«La copertina più importante della mia vita», ha commentato la modella su Instagram. «Il diritto di scelta per una donna rappresenta il banco di prova di una società progressista e sana e il Governo sta reprimendo le donne vietando loro l’aborto e limitando i loro diritti riproduttivi. I diritti riproduttivi sono diritti umani, garantiscono la libertà di decidere della propria vita, del proprio corpo, della propria salute e del proprio destino».

Anja Rubik, nata a Resovia, è stata una delle top più in vista negli anni Duemila. E parallelamente alla carriera in passerella nel 2017 ha lanciato SexedPl, una fondazione dedicata all'educazione sessuale in Polonia. Insegnamenti che, spiega dalle pagine di Vogue, dovrebbero essere fondamentali in una comunità sana. «Ma nel 2020 il governo polacco sta facendo del suo meglio per censurare e addirittura bandire l'educazione sessuale: e questo è un attacco ai nostri bambini che saranno gli adulti di domani», spiega Rubik, dicendosi «terrorizzata» dagli ultimi sviluppi in Polonia. «Siamo liberi solo se tutti siamo uguali», conclude.

 

Gli ultimi sviluppi

Il governo, secondo le ultime notizie, avrebbe intanto iniziato a cercare soluzioni per modificare la legge, annullando parzialmente la sentenza del tribunale. Una proposta in tal senso è stata presentata al parlamento dal presidente Andrzej Duda. Il che però, potrebbe ormai non bastare: la popolazione sta infatti chiedendo una maggiore liberalizzazione. 

La Polonia attualmente ha la legislazione sull'aborto più severa dell'Unione europea. Di fatto, gli unici casi in cui l'interruzione di gravidanza è legale sono lo stupro, l'incesto o la minaccia alla vita della madre. Ma dopo le ultime restrizioni stabilite dalla Corte Costituzionale, forse le cose sono sul punto di cambiare. Anche se lentamente. 

 

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Il Messaggero