«Con "Pronto Scuola Amica" rispondiamo alle richieste di aiuto che le studentesse rivolgono ai docenti e al personale della scuola. Un gesto concreto per aiutarle...
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LA CHAT
«Un telefono scolastico dedicato - continua la preside Tonelli - sempre attivo tra operatore, segreteria o chat. Vogliamo creare una connessione affinché non si sentano sole o senza via d'uscita e sappiano a chi rivolgersi».Il progetto pilota, che potrà essere adottato da altre scuole, è stato presentato in Senato nei giorni scorsi su iniziativa del senatore Marco Scurria e del consigliere del Municipio VII Cristina De Simone. E sarà al centro di un convegno che si terrà il 4 dicembre nell'istituto di via di Tor Carbone e che sarà dedicato al fenomeno della violenza nei confronti del mondo femminile. Diversi i momenti di riflessione, moderati dalla professoressa Francesca Romana Bianchi, con testimonianze della campionessa europea Pro di pugilato e ambassador Fpi Anna Lisa Brozzi, della presidente di Assoittica Maria Luisa Cortesi, di Daniele Natalizia dell'Associazione Mede@, della professoressa Aurora Russo del Liceo Artistico Caravaggio e di Rosanna Mottola che presenta il libro "Il mare Rosa".
«Nell'approvazione della legge che rafforza le norme per il contrasto alla violenza contro le donne - ha sottolineato il senatore Scurria nel corso della presentazione del progetto - l'elemento più importante è il voto all'unanimità. La maggioranza ha aperto ai suggerimenti dell'opposizione per portare a casa una legge davvero importante. Non sono le leggi che cambiano il mondo, sono gli uomini e le donne che fanno la differenza».
In Senato è intervenuta anche la consigliera De Simone, vice presidente della Commissione Pari opportunità che ha voluto mettere in evidenza come «il problema della violenza contro le donne vada affrontato sin dalla giovane età. Non c'è niente di più opportuno che iniziare dalla scuola: le ragazze non si rendono conto di vivere una violenza, c'è la difficoltà ad aprirsi e quindi da questo nasce la necessità di avere una linea telefonica per riuscire anche a parlare in forma anonima e fornire strumenti per difendersi. Bisogna aiutare le ragazze a raccontare, perché solo creando una rete potremo salvarne qualcuna, educare è la funzione cruciale della scuola che va oltre l'istruzione».
LA FRAGILITÀ
Secondo la preside dell'Ipseoa Tor Carbone - A. Narducci tra le ragioni che spingono alla paura e all'insicurezza c'è la richiesta estrema di perfezione dell'immagine di sé richiesta dai social network: «Siamo a una svolta epocale, i ragazzi di oggi sono fragilissimi. I maschi si confrontano con una figura femminile che non conoscono, diversa dalla madr,e e le ragazze sono imprigionate in questo mondo della comunicazione e dell'apparenza in cui non è permessa l'imperfezione. La scuola può diventare un trait d'union positivo».Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero