Allarme Unicef: due milioni di ragazze in più a rischio mutilazioni genitali femminili a causa della pandemia

mutilazioni genitali femminili
«La sovrapposizione di diverse crisi sta esponendo a un maggiore rischio di mutilazioni genitali femminili milioni di ragazze». A lanciare l’allarme, in una...

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«La sovrapposizione di diverse crisi sta esponendo a un maggiore rischio di mutilazioni genitali femminili milioni di ragazze». A lanciare l’allarme, in una dichiarazione congiunta sono Natalia Kanem direttrice generale dell’UNFPA, e Catherine Russell direttrice generale dell'UNICEF. Le due sottolineano come «i paesi, già alle prese con l'aumento di povertà, disuguaglianze e conflitti, stanno vedendo la pandemia da COVID-19 minacciare ulteriormente i progressi per porre fine a questa pratica, creando una crisi nella crisi per le ragazze più vulnerabili e marginalizzate. Anche prima del COVID-19, si stimava che tra il 2015 e il 2030, 68 milioni di ragazze fossero a rischio di mutilazioni genitali femminili. Mentre la pandemia continua a chiudere le scuole e interrompere i programmi che aiutano a proteggere le ragazze da questa pratica pericolosa, ulteriori 2 milioni in più di casi di mutilazioni genitali femminili potrebbero verificarsi nel prossimo decennio».

I dati parlano chiaro: almeno 200 milioni di ragazze e donne in vita oggi hanno subito mutilazioni genitali femminili. Come se non bastasse, sta emergendo una tendenza allarmante: circa una ragazza - donna su quattro che hanno subito mutilazioni genitali femminili, ovvero 52 milioni in tutto il mondo, sono state sottoposte alla pratica per mano di personale sanitario. Questa proporzione è due volte più alta tra le adolescenti, il che indica una crescita nella medicalizzazione della pratica.

Se poi si considerano i 31 Paesi con dati disponibili sulle mutilazioni genitali femminili, 15 sono già alle prese con conflitti, povertà crescente e disuguaglianze, creando una crisi nella crisi per le ragazze più vulnerabili ed emarginate del mondo. In alcuni Paesi le mutilazioni genitali femminili sono ancora quasi universali, con circa il 90% delle ragazze che subiscono questa violenza in Gibuti, Guinea, Mali e Somalia. In circa la metà dei Paesi, le mutilazioni genitali femminili sono eseguite in età sempre più giovane, riducendo le possibilità di intervenire: in Kenya l'età media in cui ci si sottopone alla pratica è scesa da 12 a 9 anni negli ultimi tre decenni.

«La rapida crescita della popolazione in diversi Paesi dovrebbe aumentare ulteriormente il numero di ragazze a rischio – proseguono Natalia Kanem e Catherine Russell –  aggiungendo urgenza allo sforzo globale per eliminare la pratica entro il 2030, come stabilito dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Le mutilazioni genitali femminili danneggiano i corpi, le vite e il futuro delle ragazze. Rappresentano anche una violazione dei loro diritti umani. Soltanto un'azione congiunta, concertata e ben finanziata può porre fine a questa pratica ovunque».

Mentre la comunità globale adotta programmi per raggiungere ragazze e donne colpite dalla pandemia, secondo l'UNICEF e l'UNFPA c'è «l'urgente bisogno di accelerare gli investimenti per porre fine alle mutilazioni genitali femminili. Per eliminare la pratica in 31 paesi ad alta priorità sono necessari circa 2,4 miliardi di dollari. In particolare, con l'obiettivo di: investire nell'empowerment di ragazze e donne, e in servizi e risposte adeguate per coloro che sono colpite e a rischio di mutilazioni genitali femminili; investire nella costruzione di partenariati e nella mobilitazione di alleati - inclusi uomini e ragazzi, gruppi di donne, leader di comunità e persino ex praticanti di mutilazioni genitali femminili - per aiutare ad eliminare la pratica; investire nello sviluppo e nell'applicazione di leggi a livello nazionale e nel rafforzamento delle istituzioni».

I progressi sono evidenti, visto che oggi hanno un terzo di probabilità in meno di essere sottoposte a mutilazioni Genitali Femminili rispetto a 30 anni fa e negli ultimi 20 anni la percentuale di ragazze e donne nei paesi ad alta incidenza che si sono opposte alla pratica è raddoppiata. «Questi traguardi – precisano Kanem e Russell – ora affrontano una sfida senza precedenti. Le azioni globali devono mantenere questi passi avanti e costruire su anni di progressi per porre completamente fine a questa pratica dannosa». Il Programma congiunto UNFPA-UNICEF per l'Eliminazione delle Mutilazioni Genitali Femminili crea opportunità per le ragazze e le donne per permettere loro di realizzare il diritto alla salute, all'istruzione, a percepire un reddito e all'uguaglianza, in modo da aiutare a porre fine agli squilibri di potere alla base della pratica.

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Il Messaggero