La pillola anticoncezionale in Italia festeggia 50 anni. L'Aied: «E ora educazione sessuale nelle scuole»

La pillola anticoncezionale in Italia festeggia 50 anni. L'Aied: «E ora educazione sessuale nelle scuole»
Domani l'Italia festeggia un anniversario storico: 50 anni dalla decisione della Corte Costituzionale che, dopo 18 anni di impegno, lotte giuridiche e iniziative di...

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Domani l'Italia festeggia un anniversario storico: 50 anni dalla decisione della Corte Costituzionale che, dopo 18 anni di impegno, lotte giuridiche e iniziative di disobbedienza civile dell'Aied, aboliva l'art. 553 del Codice Rocco (divieto di propaganda e utilizzo dei mezzi atti a impedire la procreazione), determinando in Italia la legalità dell'uso dei sistemi anticoncezionali. Cinquant'anni, quindi, del diritto alla libertà di scelta, per le donne e le famiglie: libertà di autodeterminazione della genitorialità e della sessualità. Oggi però la rivoluzione contraccettiva in Italia è lontana dal potersi considerare compiuta: la pratica della contraccezione ormonale in Italia - che include pillola, cerotto contraccettivo, anelli, spirali medicate - secondo l'Atlas europeo 2020 (che ha misurato l'accesso alla contraccezione in 45 Stati dell'Europa geografica) colloca l'Italia in 26esima posizione, molto distante da Gran Bretagna, Francia e Spagna, e molto più vicino a Paesi come la Turchia e l'Ucraina. L'89% dei ragazzi e l'84% delle ragazze ricerca online le informazioni di cui abbisogna intorno alla salute sessuale e riproduttiva. Se in Europa l'educazione sessuale è materia scolastica dal 1955 in Svezia, dal 1970 in Austria, dal 1995 in Germania, dal 2001 in Francia, dal 2017 nel Regno Unito, in Italia si registra ancora totale assenza di informazione sulla sfera della sessualità nei programmi scolastici. Come noi, in Europa, solo Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Cipro e Lituania. Inoltre il 68% dei ragazzi e il 76% delle ragazze non si si è mai rivolto a un Consultorio.

LA CAMPAGNA

Per questo, nella Giornata internazionale della donna AIED, l'Associazione Italiana per l'Educazione Demografica fondata nel 1953, rilancia la sua campagna di sensibilizzazione per la genitorialità consapevole e l'introduzione dell'educazione sessuale e affettiva nelle scuole italiane. «La cultura contraccettiva ha dimostrato di favorire il deperimento del ricorso delle donne all'aborto e una maggiore consapevolezza nella pianificazione delle scelte di genitorialità - spiega il presidente Aied Mario Puiatti - Per questo nelle date sensibili dell'8 e del 10 marzo 2021 Aied rilancia affinchè l'Italia finalmente decida di adeguarsi agli standard europei e alle linee guida Oms in materia di modalità formali per l'educazione sessuale, affettiva ed emotiva dei giovani nelle scuole».

Mercoledì 10 marzo 2021 Aied ripartirà con la sua campagna di sensibilizzazione in tutta Italia sui temi della maternità consapevole, una conquista che è patrimonio comune di civiltà. Alle 12 caricherà sulla sua pagina facebook il cartoon celebrativo #lapillola50, realizzato da due giovani artiste, Nadia De Velo e Silvia Ferrari, socie AIED: un racconto d'animazione che si rivolge alle giovani e ai giovani di oggi, per ripercorrere la conquista di 50 anni fa. E l'intero mese di marzo 2021 sarà targato AIED: uno sforzo supplementare di informazione e sensibilizzazione: tappa di riferimento, martedì 30 marzo alle 18, sarà l'evento digitale Blister 21, rivolto a donne e uomini, ragazze e ragazzi di ogni latitudine, per un confronto aperto sui temi dell'educazione sessuale, affettiva ed emotiva rivolta all'adolescenza. 

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LA SENTENZA

Con una sentenza della Corte costituzionale il 10 marzo 1971 veniva abrogato l'art. 553 che vietava e puniva «la propaganda dei mezzi atti a impedire la procreazione», prevedendo un anno di reclusione per chi si fosse reso responsabile del reato di «propaganda», ma anche dell'utilizzo dei contraccettivi. La parte rimanente di quel Titolo X del Codice Rocco (Reati contro l'integrità e la sanità della stirpe) sarebbe stata abrogata solo nel 1978, con l'approvazione della legge 194 sull'aborto. Nel 1975 fu promulgata la legge istitutiva dei consultori pubblici, e sempre nel 1975 la Riforma del Diritto di famiglia siglava il passaggio dalla patria potestà alla potestà genitoriale, equiparato in doveri e dignità le figure del padre e della madre. 

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Il Messaggero