Studiano molto e lavorano poco, solo una su due. Sono prepagate ma guadagnano il 15 per cento in meno. Faticano due volte per essere considerate la metà. E quando diventano...
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Fmi: «Il lavoro non pagato delle donne rallenta la crescita»
Molestie sul lavoro, ben 6 lavoratrici su 10 hanno subìto atti di sessismo nella propria carriera
Insomma, «Meno occupate e meno pagate», il titolo dell'incontro promosso da #InclusioneDonna per presentare alle istituzioni un programma di 10 punti e dire basta alle discriminazioni nel mondo del lavoro, delle professioni e delle imprese. Per la prima volta si sono riunite a Roma le 50 associazioni del network di cui fanno parte 40mila donne, professioniste, impiegate, imprenditrici dal nord al sud. E si sono confrontate con le rappresentanti delle istituzioni presenti all'incontro: la sottosegretaria al ministero dello Sviluppo Economico Alessandra Todde (M5S), Francesca Ballacci delegata dalla ministra per le Pari opportunità, l'onorevole Marina Berlinghieri (pd), la Senatrice Annamaria Parente (Italia Viva) e il senatore William De Vecchis (Lega). Dati sconfortanti. Si studia tanto e si lavora ancora troppo poco. Per ogni 100 ragazzi iscritti al triennio universitario, 140 sono le donne, contro una media mondiale di 93 (Global Gender Report). Ma le proporzioni si ribaltano al momento dell'ingresso nel mondo del lavoro dove, nella fascia d'età 20-64 anni, le donne rappresentano il 51,6%, a confronto del 71,7% degli uomini. «Ancor prima di entrare nel mondo del lavoro le donne si trovano svantaggiate rispetto ai coetanei», commenta Anna Benini, presidente di Professional Women's Network Rome. «Nonostante le ragazze siano più istruite, si laureino prima e con voti più alti, non trovano lavoro e questo è principalmente dovuto a due ragioni: la scelta di percorsi accademici con poco sbocco sul mercato e la questione maternità».
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A 5 anni dalla laurea sono occupate l'83% delle donne, a fronte dell'88% degli uomini, con uno stipendio in media di 1.263 euro, mentre quello degli uomini è di 1.508 euro per gli uomini.
Il Messaggero