Le pulizie? Il 65% a carico delle donne. Ecco la guida per superare i ruoli in casa (ma ci vorranno 132 anni per raggiungere l'uguaglianza)

Le pulizie? Il 65% a carico delle donne. Ecco la guida per superare i ruoli in casa (ma ci vorranno 132 anni per raggiungere l'uguaglianza)
Nel 1960 il chirurgo plastico Maxwell Maltz aveva circoscritto in ventuno giorni il tempo necessario per creare un'abitudine in un essere umano. Successivi studi...

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Nel 1960 il chirurgo plastico Maxwell Maltz aveva circoscritto in ventuno giorni il tempo necessario per creare un'abitudine in un essere umano. Successivi studi dell'University College di Londra hanno evidenziato come siano invece necessari in media 66 giorni per trasformare un'azione nuova in una consuetudine naturale. Ebbene, considerando che in famiglia si trascorrono mediamente ben oltre i poco più di due mesi sopra indicati, sarà più semplice rafforzare in tutti i componenti l'abitudine a svolgere le attività famigliari, dai più piccini ai grandi. Perché è proprio dentro casa che si deve e si può iniziare a demolire gli stereotipi di genere. L'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE) e l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) affermano infatti che i contesti educativi sono lo spazio ideale per iniziare la demolizione degli preconcetti di genere.

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LO SQUILIBRIO
Dal Rapporto Bes 2021: il benessere equo e sostenibile in Italia l'indice di asimmetria calcolato dall'Istat, lo specifico valore che misura quanta parte del tempo venga dedicato da entrambi i partner al lavoro domestico, emerge quanto questo sia sfavorevole per le donne. Nonostante la pandemia abbia cambiato le abitudini di diverse famiglie, nelle coppie in cui entrambi i partner sono occupati (media del 2020/21), per le donne tra i 25 e i 44 anni l'indice è a svantaggio del 62,6% e la situazione tende a sbilanciarsi ulteriormente se in casa ci sono anche dei figli piccoli. Per questa ragione negli ultimi due anni Aidos, Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo, ha realizzato in Italia 29 corsi di formazione, coinvolgendo più di 700 persone, che hanno permesso a circa 10.000 minori di poter beneficiare di contesti educativi in cui ci fosse maggiore attenzione all'inclusività.
«Secondo i dati del Global Gender Gap Report sottolinea Maria Grazia Panunzi, presidente di Aidos ci vogliono ancora 132 anni prima di raggiungere l'uguaglianza di genere. Per questo è importante lavorare con le giovani generazioni e con il personale educativo, per accelerare il processo di cambiamento e costruire da subito una società più equa e più giusta». Si comincia in famiglia e a scuola. Chi l'ha detto che deve fare tutto mamma? Cucinare, caricare la lavatrice e così via. Impariamo a rivoluzionare i ruoli e a collaborare, magari con l'aiuto di una guida, come quella promossa da Aidos e Swiffer, etichetta P&G. Una pratica guida per far sparire gli stereotipi tra le mura domestiche invitando tutti e tutte a essere Campioni Ogni Giorno di Gender Equality. «I dati ci confermano che, ancora oggi, in Italia le attività domestiche sono un'incombenza che pesa soprattutto sulle donne», spiega Paolo Grue, presidente e ad di P&G Italia. «È necessaria un'ampia trasformazione culturale che abbatta gli stereotipi di genere in ogni ambito».
Ecco come trasformare le attività domestiche in un gioco di squadra: la casa è il campo di gioco, la famiglia è il gruppo e le vittorie si conquistano portando a termine insieme singole attività. Perché non può esistere un solo membro presente in campo mentre gli altri sono sul divano a guardare la tv.


IL TEAM


Le vittorie più soddisfacenti? Si raggiungono quando si valorizzano doti e aspirazioni di ogni membro del team: a ognuno il proprio incarico, in base ad età, predisposizione e gusti senza mai avere il genere quale criterio di scelta. In famiglia, come in una squadra, ci si incoraggia senza mai giudicare. Definiti gli incarichi, si passa ai turni: diversità e armonia sono le chiavi per organizzare il calendario e distribuire i compiti nel corso della settimana. Il tutto condito da una buona dose di realismo e senza dimenticare le parole d'ordine: flessibilità e aiuto reciproco. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero