Francesca Mannocchi, inviata di guerra: «La mia malattia è una battaglia»

Francesca Mannocchi (©daniela zedda)
La malattia cambia, rivoluziona l'esistenza: c'è un prima e un dopo. In “Bianco è il colore del danno” (Giulio Einaudi editore) la...

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La malattia cambia, rivoluziona l'esistenza: c'è un prima e un dopo. In “Bianco è il colore del danno” (Giulio Einaudi editore) la giornalista Francesca Mannocchi racconta il modo in cui una patologia cronica neurologica, per la quale non esiste cura, ha stravolto il suo modo di stare al mondo, il suo essere madre, figlia, compagna e cittadina. «La mia malattia è una battaglia politica», ha raccontato in un'intervista.

Per capire e cercare di spiegare cosa accada in questi frangenti nell'universo di una donna mercoledì scorso è stata protagonista dell'incontro online su maxxi.art e sui canali social del museo MAXXI, introdotta da Giovanna Melandri, con letture dell'attrice Valentina Lodovini e in dialogo con Chiara Valerio.

Quattro anni fa Francesca ha scoperto di essere malata. Da giornalista le è capitato di lavorare in zone di guerra e di viaggiare in luoghi dove morte e sofferenza sono all’ordine del giorno. Eppure questa nuova, personale convivenza con l’imponderabile ha modificato il suo punto di vista: essere malata la costringe a conoscere il Paese attraverso la sanità pubblica e ad abitare una vergogna privata e collettiva. Mannocchi con il suo primo libro "Io Khaled vendo uomini e sono innocente" (Einaudi Stile Libero, 2019), ha vinto il Premio Estense.

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Il Messaggero