Un film femminista interpretato da una donna e girato da una regista è il film dell'anno per il Parlamento europeo: "Dio è donna e si chiama Petrunya"...
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«Non sempre è facile affrontare le complessità del nostro lavoro quotidiano senza cadere nei tecnicismi delle nostre attività parlamentari. Dobbiamo comunicare anche le emozioni, dobbiamo utilizzare nuovi linguaggi. E il Premio Lux è uno strumento straordinario per accompagnarci in questo terreno. Trattare di immigrazione, di diritto alla salute, di femminismo o di etica politica attraverso i film che il Premio Lux promuove, è un’opportunità che dobbiamo cogliere. Affrontare l’emergenza climatica, il nostro passato coloniale, o discutere del nostro modello di società tramite il cinema, è una sfida stimolante, da incoraggiare. Siamo l’unico Parlamento al mondo che conferisce un premio per il cinema. Cerchiamo di esserne orgogliosi», ha detto il presidente del parlamento europeo David Sassoli, annunciando il film vincitore.
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Ha poi aggiunto: «Voglio ripeterlo ancora una volta: del Premio Lux, il premio di questo nostro Parlamento, dei registi e autori che abbiamo avuto l’onore di conoscere, dobbiamo essere particolarmente fieri ed orgogliosi. Lunga vita alla libertà d’espressione, lunga vita al cinema europeo, lunga vita al Premio Lux».
“Dio è donna e si chiama Petrunya”, di Teona Mitevska, è una co-produzione di Nord Macedonia, Belgio, Slovenia, Croazia e Francia. Racconta la storia di una giovane donna disoccupata che vince la gara per recuperare la croce santa, una cerimonia ortodossa del giorno dell’Epifania. Improvvisamente, Petrunya ha accesso a una tradizione religiosa solitamente riservata agli uomini. Il film è visto come un contributo significativo alla lotta femminista contro le società conservatrici.
Gli altri due film finalisti del Premio Lux di quest’anno sono: il documentario “Un mistero all’Onu” del regista danese Mads Brügger (Danimarca/Norvegia/Svezia/Belgio) e “Il Regno” di Rodrigo Sorogoyen, coprodotto in Spagna e Francia.
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Il Messaggero