Nell'armadio di Elena Radonicich: «Ho manie retrò e un debole per i fiorellini»

L’attrice è stata protagonista sul red carpet della Festa del Cinema di Roma con il film “Dall’alto di una fredda torre”

L’attrice Elena Radonicich, classe 1985, in uno scatto di Milli Madeleine e in total look Fendi
Bellezza eterea e dai tratti retrò, quella di Elena Radonicich, attrice classe ‘85 nata a Moncalieri. Ascolta: Greta Scarano: la bellezza è fare le cose...

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Bellezza eterea e dai tratti retrò, quella di Elena Radonicich, attrice classe ‘85 nata a Moncalieri.

Diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ha avuto il suo debutto cinematografico nel 2008, con un piccolo ruolo in Il solitario di Francesco Campanini. La prima parte importante è stata in Tutti al mare di Matteo Cerami, ma soprattutto in Workers - Pronti a tutto, nel 2021, in cui interpreta la protagonista. Molto la ricorderanno per la sua partecipazione nelle serie La porta rossa, 1992, 1993 e 1994 nei panni di Giulia Castello. È stata protagonista sul red carpet dell’ultima Festa del Cinema di Roma per il suo ruolo nel film di Francesco Frangipane Dall’alto di una fredda torre. La vedremo poi, a febbraio del 2024, in TV nella serie di RaiUno Brennero con Matteo Martari.

Elena che legame ha con la moda?

«Bello, intenso, ma decisamente umorale. Mi vesto a seconda di come ho voglia. Soffro, ad esempio, se devo essere elegante e non mi va. A volte metto tacchi alti di mattina e la felpa di sera».

Qual è il suo stile?

«È mutevole. Vorrei dire elegante sopra ogni ragionevole dubbio, ma mentirei, sono attratta da accessori impropri e ho piccole manie retrò».

Che rapporto ha con il suo corpo?

«Anche quello cambia di continuo. Tutto sommato però direi un rapporto equilibrato ed affettuoso. Mi piace valorizzare punto vita e nuca. Li trovo particolarmente femminili».

Si sente più sensuale o goffa?

«L’una non esclude l’altra. Mi sono sentita più volte entrambe le cose».

Attualmente quali sono i capi chiave del suo guardaroba?

«In questi giorni metto sempre la gonna. Lunga e con i bottoni davanti. Ho un debole per fiori, fiorellini, e righe. La cerata di Barbour, i jeans a vita alta, e la minigonna di pelle».

C’è un indumento che non indosserebbe mai?

«Devo fare pace con i pantaloni a zampa. Anche i sandali gioiello mi creano difficoltà. Poi le tuniche e le gonne a palloncino».

Di quale invece non potrebbe non potrebbe fare a meno?

«Da qualche anno ho scoperto che posso indossare le scarpe da ginnastica. Per ora ho solo un paio di New Balance, ma mi sento pronta ad evolvere anche verso lidi sconosciuti. Adoro poi le calze a rete piccola e i piumini ultraleggeri».

Ha uno stilista di riferimento?

«Più di uno. Armani è eterno. Yves Saint Laurent e Chanel».

C’è una diva a cui si rifà per quanto riguarda lo stile?

«No, però ci sono artisti che non mi deludono mai, Isabelle Huppert per esempio».

Ha un portafortuna, di quelli che si indossano ai casting?

«Sono piena di anelli, collanine, braccialetti, ed amuleti di tutto il parentame».

Scarpe: alte o basse?

«Entrambe. Dipende sempre dall’umore di cui sopra».

Guardando le foto del passato, le è sempre piaciuto il suo modo di vestire?

«Direi di no, però ammetto che non mi sono mai tradita».

C’è qualche accessorio o capo a cui è legata?

«Ho un paio di magliette a fiori che indosso da quando frequentavo le scuole medie».

Ha mai preso in prestito un indumento dall’armadio di altri?

«Ho rubato di tutto a tutti: camicie, pigiami, maglioni. A mia nonna addirittura un colbacco per andare ad Amsterdam».

Quanto è sostenibile il suo approccio alla moda?

«Comprando molto usato forse pareggio l’ignoranza degli anni passati. E poi non uso le pellicce. Acquisto poco e con criterio. Sono molto contraria alla moda veloce, economica, realizzata sfruttando un’industria non sana».

Quale sarà il suo prossimo acquisto fashion?

«Un cappotto blu lunghissimo, over con martingala».

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Il Messaggero