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La violenza contro le donne assume contorni importanti e richiede un impegno condiviso da tutti. Dopo due anni di lavoro, oltre 20 audizioni in Senato di esperti e operatori, è stata approvata all’unanimità dalla Commissione d’inchiesta sui femminicidi una relazione che prevede la messa in campo di programmi per 'rieducare' i maltrattanti.
L'analisi scritta dalle relatrici Alessandra Maiorino (5 stelle) e Donatella Conzatti (Italia Viva) ha permesso di censire l’esistenza di programmi di ascolto per uomini maltrattanti in 26 città, quasi tutte nel Centro-Nord Italia. Un numero che appare insufficiente, se si considera l’enormità delle cifre dei femminicidi (118 nel solo 2021), e migliaia di comportamenti violenti all’interno di relazioni sentimentali. «L’Italia è palesemente inadempiente al Trattato di Istabul – spiega la senatrice Alessandra Maiorino – . Questi centri sono sorti spontaneamente a partire dal 2009 nell’ambito del privato sociale, ma non sono stati riconosciuti in modo organico dallo Stato».
Una spinta fondamentale è arrivata da un percorso ideato dalla questora Alessandra Simone della Direzione generale anticrimine della Polizia, ma finora rimasto confinato soprattutto al Nord e nelle grandi città. Quanto sia importante prevenire, agendo sulle radici della violenza maschile sulle donne lo dimostrano i numeri: tra gli uomini maltrattanti che hanno frequentato programmi specifici, l’80 per cento (a Milano addirittura il 90%) non ha più commesso violenze.
Il che significa che quasi tutti gli uomini che hanno completato il percorso di recupero hanno compreso i propri sbagli, imparato a gestire la rabbia e non hanno replicato comportamenti aggressivi nelle relazioni di coppia. Si tratta quindi di un’opera di prevenzione importante, che può fermare un’escalation distruttiva.
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Il Messaggero