OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
L'Africa è sempre più inclusiva e moderna: anche se l'intero continente non è ancora riuscito a lanciare in orbita un astronauta africano, in Sudafrica e in molti altri Paesi i progetti per la conquista dello spazio si moltiplicano. E chissà che non sarà una donna, la prima astronauta africana nello spazio. Si, perché il Paese conta tra i suoi talenti più di una pioniera del settore: in un recente report pubblicato dalla Cnn, sono emerse le personalità di Jessie Ndaba, Ruvimbo Samanga e Adriana Marais. Che hanno preso parte ad alcuni programmi spaziali con ruoli di leadership.
Jessie Ndaba
Originaria del Sudafrica, Jessie Ndaba è ingegnere spaziale e co-fondatore dell'azienda Khalid Manjoo. L'azienda - si apprende - è di proprietà della Black satellite tech, con sede a Città del Capo. Si tratta di un'azienda specializzata nell'assemblaggio, nello sviluppo e del testaggio completo di sistemi satellitari. Un settore che, nel Paese, promette di diventare nel prossimo futuro una delle punte di diamante dell'economia locale. Per la ricercatrice sudafricana lo spazio «era ed è una vocazione», rivela Jessie Ndaba. Che - ha spiegato - si è innamorata del suo lavoro grazie a un libro che le fu regalato da sua nonna, quando viveva a Johannesburg.
Asha, dalle baracche di Mumbai a Gucci: il riscatto di 150 sarte indiane
Ruvimbo Samanga
Ruvimbo Samanga è nata in Zimbabwe, ed è una brillante consulente per il diritto spaziale.
Otto marzo, le vignette ironiche e amare del collettivo Sputnink come omaggio alle donne
Adriana Marais
Anche lei è sudafricana di nascita: Adriana Marais è un'astrofisica che sogna Marte e lo spazio da sempre. È tra i 100 candidati astronauti per il progetto Mars One: si tratta di un'iniziativa privata che mira a costruire un insediamento permanente sul Pianeta. Che recentemente ha visto l'arrivo nella sua orbita di ben 3 sonde: la cinese Tianwen-1, l'americana Perseverance e l'emiratina Hope. nominare l'obiettivo della mia vita - ha dichiarato Adriana Marais - per me passare i miei ultimi giorni su Marte sarebbe tutto», così l'astrofisica in un'intervista. Nel 2019 la ricercatrice sudafricana ha fondato il centro di ricerca Proudly Human, che prevede di eseguire una serie di esperimenti di insediamento in ambienti abitatativi estremi: il progetto prevede di spedire un razzo a propulsione nucleare capace di potrebbe portare gli astronauti su Marte più velocemente. Sempre nel 2019 Marais è stata in Antartide per addestrare i partecipanti selezionati a trascorrere nove mesi in totale isolamento. Al momento il progetto è in stallo a causa della pandemia da Covid.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero