La direttrice della CIA Gina Haspel recluta dal web e apre alle minoranze e alle donne

La nuova direttrice della CIA Gina Haspel recluta dal web e apre a minoranze e donne
La direttrice della Cia, Gina Haspel, la prima donna a capo dell'intelligence americana (nominata nel 2018), sta diversificando il settore...

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La direttrice della Cia, Gina Haspel, la prima donna a capo dell'intelligence americana (nominata nel 2018), sta diversificando il settore dell'intelligence rendendolo il più possibile rispettoso delle minoranze del Paese. Nel nuovo sito web si ricercano 007 di ogni estrazione e provenienza, donne e uomini, non più solo maschi bianchi, provenienti dalle grandi e storiche università americane affiliate alla Ivy League. Insomma, anche spie provenienti da settori finora non tenuti in considerazione.

La ricerca di candidati di alto livello al fine di diversificare il più possibile i suoi ranghi viene spiegata nel sito ufficiale, dove appaiono i requisiti per poter partecipare alle dure selezioni. Una innovazione mai vista prima che si collega inevitabilmente alla direttrice (e alle altre donne a capo delle cinque filiali dell'agenzia, comprese le direzioni scientifica, tecnologica, dell'innovazione digitale e operativa). 

 

La direttrice ha spiegato ai media americani che la Cia si sta muovendo per garantire che la sua forza lavoro rifletta la demografia nazionale. Alla agenzia Associated Press ha illustrato che è stata fatta parecchia strada da quando i candidati (quasi tutti maschi bianchi) inviavano una lettera con la dicitura "CIA, Washington, D.C". 

Haspel ha fatto del reclutamento democratico una priorità da quando è diventata la prima direttrice donna nel maggio 2018. Da allora, la Cia ha iniziato a pubblicizzare i servizi di streaming, ha lanciato un account Instagram e un sito online che rende più difficile rintracciare sia il fornitore di informazioni che la persona che accede alle informazioni.

 

L'anno scorso è stata designata la sua prima dirigente ispanica: Ilka Rodriguez-Diaz, una veterana di più di tre decenni con un curriculum di rilievo sempre nella Cia. Al Miami Herald ha raccontato di avere ottenuto il lavoro senza crederci troppo. «Non pensavo di rientrare nel profilo. Dopotutto, le spie che avevo visto in Tv erano uomini della Ivy league e non latini del New Jersey. Poi ho chiesto un consiglio alla mia life coach, mia madre. Lei mi disse: "No pierdes nada con ir". (Cos'hai da perdere ad andarci?) Così mi sono proposta. Il resto, come si dice, è storia». 

Tra tutte le agenzie di spionaggio statunitensi, compresa la CIA, il 61% dei professionisti dell'intelligence è rappresentato da uomini contro il 39% di donne, secondo quanto rileva un rapporto demografico annuale compilato dall'Ufficio del Direttore dell'Intelligence Nazionale. Nel 2019 la comunità dell'intelligence ha visto un aumento delle minoranze del 26,5%. La minoranza più numerosa è afroamericana, pari al 12%, seguita da ispanici al 7% e asiatici al 4%. Le persone con disabilità rappresentano l'11,5% della forza lavoro di tutte le agenzie di intelligence statunitensi 

 

 

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Il Messaggero