Le donne non dovranno più decidere se avere un figlio o fare le calciatrici

Calcio femminile, la Fifa: tutela alle giocatrici in maternità, 14 settimane di congedo
«Giocare o fare un figlio?». L’interrogativo prima o dopo arriva sempre. Un pensiero normalissimo che però per una donna che fa sport può...

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«Giocare o fare un figlio?». L’interrogativo prima o dopo arriva sempre. Un pensiero normalissimo che però per una donna che fa sport può rappresentare un limite enorme. Anzi, il più delle volte è un punto definitivo alla carriera sportiva. Prendendo in esame il calcio il 47% delle calciatrici mondiali sostiene che la maternità è un serio motivo per lasciare l’attività.

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MA PERCHÉ SUCCEDE QUESTO? 
Mancanza di tutele. O meglio quelle che ci sono rappresentano un palliativo. Basti pensare che in Italia solo quattro giocatrici sono diventate mamme. Una sola gioca in serie A. La percentuale di mamme nel nostro calcio è solo il 2%. Per le atlete italiane esiste un fondo del governo, entrato a regime nel 2018 che dà copertura parziale. Parliamo di 10 mila euro lordi suddivisi in 10 mensilità. 


E LE SQUADRE DI CALCIO?
Fondamentalmente non hanno nessun obbligo. Questo perché le donne sono considerate dilettanti. Quindi nessun contratto che prevede le varie coperture. Di fatto proprio perché esiste questo aiuto del Governo  i club si sentono liberi di non pagare lo stipendio (qualcuna lo ha fatto). Inoltre se la calciatrice ha un contratto in essere alla fine della maternità può tornare, altrimenti tanti cari saluti. «Gli accordi prima venivano stracciati. Nel 2017 abbiamo ottenuto una grande conquista: contratti che vanno da uno a tre anni, Invece prima c’erano accordi solo annuali» sottolinea Katia Serra, responsabile del calcio femminile Aic. 

 

 


L’INTERVENTO DELLA FIFA
Un buco nelle norme che il sindacato mondiale dei calciatori sta per colmare. Le giocatrici dal primo gennaio 2021 potranno vedersi riconoscere il diritto alla maternità. Saranno introdotte nuove regole che proteggano le giocatrici durante la gravidanza. A loro saranno concesse 14 settimane obbligatorie di congedo di maternità dopo il parto e saranno anche garantiti almeno due terzi dello stipendio. Le giocatrici avranno il diritto di rimanere tesserate con la loro società di appartenenza durante il periodo di maternità, e nel caso venissero licenziate i club dovranno fornire spiegazioni dettagliate di questa decisione. Nel caso non venissero ritenute adeguate, le giocatrici saranno risarcite con sei mensilità Inoltre al loro ritorno in campo, i club devono reintegrare le giocatrici e fornire un adeguato supporto medico e fisico. Inoltre nessuna giocatrice dovrà mai subire svantaggi a causa della gravidanza, garantendo così una maggiore protezione occupazionale per le donne nel calcio.

 

 

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Il Messaggero