Cheap e School of Feminism lanciano la campagna "Tette fuori" contro la censura sui social

Cheap, via dell'Abbadia, Bologna foto di Margherita Caprilli
L'unione fa la forza, anche contro la censura. Lo sanno bene l'italiana "Cheap" (progetto bolognese di public art) e la spagnola "School of Feminism":...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

L'unione fa la forza, anche contro la censura. Lo sanno bene l'italiana "Cheap" (progetto bolognese di public art) e la spagnola "School of Feminism": insieme in via dell'Abbadia a Bologna hanno dato vita alle affissioni dal titolo emblematico "Tette fuori". L'idea nasce dopo essersi poste svariate domande: «Quando il petto di una bambina diventa seno? Perché si può mostrare il seno di un uomo ma non quello di una donna? Una donna senza seno è meno donna? Quando il seno di una donna trans diventa una tetta che è proibito mostrare? Perché sui social network si censurano i capezzoli delle donne e non quelli degli uomini? Perché sulle copertine delle riviste o nelle pubblicità vengono mostrati seni di donne iper sessualizzati ma è un problema il seno di una donna che allatta un* bambin*?».

Partendo da questi dubbi, hanno creato grafiche, foto, testi e claim tradotti in manifesti che hanno come soggetto precisamente i seni delle donne. Dopo aver realizzato nel 2019 l'intervento di poster “Ringrazia una femminista”, è il momento di una nuova produzione. Un invito a rompere i meccanismi di censura sul seno, un racconto corale che riprende narrazioni dirette di donne che a partire dal proprio dato biografico mettono in discussione consolidati stereotipi di una cultura sessista, uno strumento in più per rivendicare il diritto all'autodeterminazione che, evidentemente, passa anche dalla liberazione dei capezzoli.

Tutto quello che compone i poster è tratto dal libro "Pechos Fuera", edito nel 2020 in Spagna da Zenith: un testo in cui "School of Feminism" riprende in esame la rappresentazione dei seni nella storia dell'arte e della comunicazione visiva più contemporanea, accompagnandola da una riflessione politica, sociale e iconografica. La ricerca sui corpi e le energie femministe attraversano il lavoro di "Cheap" che per il 2021 vede il ritorno della call for artists internazionale: l'invito annuale a contaminare le strade della città rivolto a artistə che si occupano di linguaggi visivi contemporanei è aperto alla partecipazione fino al I° giugno 2021, tutte le informazioni su www.cheapfestival.it.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero