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LA COLLABORAZIONE
Per la prima volta un gruppo industriale si impegna in un progetto sulla prevenzione della violenza in tutte le sue forme: violenza fisica, psicologica, economica. A tal fine Fincantieri ha intrapreso una collaborazione con Differenza Donna, l'associazione che gestisce il numero nazionale anti-violenza, 1522, attivato nel 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri.
«Riteniamo che l'eliminazione della violenza di genere permetta al nostro sistema produttivo di contribuire maggiormente alla società nel suo complesso, oltre a farlo crescere in modo migliore», commenta Luciano Sale, direttore delle Risorse Umane di Fincantieri. «La nostra volontà è duplice: prevenire situazioni potenzialmente violente e offrire sostegno alle vittime in ambito aziendale».
Un progetto presentato da Lorenza Pigozzi, responsabile della comunicazione di Fincantieri: «Questa sarà la nostra battaglia contro la violenza e per favorire migliori relazioni sul luogo di lavoro e fuori». Un impegno concreto. Il Gruppo Fincantieri vuole mettere in campo «interventi, reti di sostegno e in molti casi strumenti per offrire specialmente alle donne un'alternativa di vita libera dalla violenza».
Ma anche vere e proprie lezioni di rispetto. Saranno promossi corsi di formazione, sotto forma di webinar, destinati a tutti i lavoratori, percorsi di sensibilizzazione sulle tematiche di genere. Il fenomeno della discriminazione, durante gli incontri, sarà analizzato e spiegato. E queste nuove "competenze" consentiranno di migliorare le relazioni tra colleghi e il benessere aziendale.
«Differenza Donna ha aiutato 80.000 donne ad uscire dalla violenza», spiega la presidente Elisa Ercoli. «Abbiamo 250 contatti al giorno, dopo il femminicidio di Giulia sono raddoppiati a 500 al giorno.
I PRINCIPI
Proprio nel mese di novembre l'azienda ha sottoscritto i Women's Empowerment Principles (WEPs), aderendo così ai sette principi indicati dall'Onu, riaffermando così il proprio impegno nella promozione di una cultura sensibile e attiva nei confronti delle tematiche della diversità, equità e inclusione, e per creare un futuro dove si possa raggiungere una condizione paritaria per le donne nel mondo del lavoro. Leggi l'articolo completo suIl Messaggero