Il cambio all'Agenzia delle Entrate

Il cambio all'Agenzia delle Entrate
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Il cambio avvenuto al vertice dell'Agenzia delle Entrate, ma ancora in corso di perfezionamento, ha scosso il massimo apparato fiscale. Era prevedibile, ma è anche legittima e comprensibile l'amarezza del Direttore uscente che evidentemente ambiva al rinnovo del mandato nella consapevolezza di avere operato con zelo, diligenza, efficacia ed efficienza. La dr.ssa Orlandi non vuole soltanto manifestare la propria contrarietà, ma vuole anche far sapere che non intende essere destinata ad altro incarico e si accontenta invece di lasciare la propria poltrona per andare ad occupare quella di vice del nuovo Direttore. A tal fine la signora Orlandi ha proceduto alla formalizzazione del suo nuovo incarico, certamente a futura memoria, non essendo possibile che al momento essa Orlandi faccia le veci di se stessa. Nulla si può dire in ordine all'avvicendamento al vertice dell'Agenzia delle Entrate, né può essere commentato il comportamento della sig.ra Orlandi. Va tuttavia ricordato che gli incarichi apicali in taluni settori della P.A. promanano dal Potere Politico ed in quanto tali, al prestigio ed ai vantaggi che ne derivano, vi si contrappone l'alea della temporaneità, indipendentemente dal pregresso curriculum in possesso del designato. Del resto non v'è chi ignori che in politica è possibile tutto, salvo che non sia assolutamente impossibile. Il caso Orlandi offre l'occasione ad autorevoli Organi di stampa, ad eminent giuristi e ad attenti osservatori della vita pubblica per parlare dello spinoso capitolo della dirigenza pubblica. Al riguardo, ed alla luce del devastante contenzioso causato da incarichi dirigenziali conferiti contra legem. non c'è più spazio per l'adozione dell'abusato criterio "intuitu personae" e non può essere un curriculum a certificare la qualità, ma deve essere la prova del campo. Stiamo parlando di meritocrazia. Il che richiede però che la P.A. sia affrancata dal peso della mano politica, verificandobeninteso- che siano attuate concrete ed efficaci politiche gestionali. La DIRSTAT si batte da sempre a difesa del merito, e continuerà a farlo. 


Pietro Paolo Boiano Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero