Civitavecchia: scolari con il raffreddore, le linee guida per i pediatri

L'ingresso degli studenti alla Manzi: le norme da seguire in tutti gli istituti in caso di sintomi sospetti
La scuola è iniziata da pochi giorni e tra gli alunni, specie i più piccoli, non mancano i malanni di stagione. Conseguenza: gli ambulatori medici, soprattutto...

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La scuola è iniziata da pochi giorni e tra gli alunni, specie i più piccoli, non mancano i malanni di stagione. Conseguenza: gli ambulatori medici, soprattutto quelli pediatrici, sono stati presi d'assalto, con i dottori costretti ad allontanare bimbi e mamme dagli studi se avevano tosse e raffreddore. Questo perchè in era Covid per accedere agli ambulatori, in presenza di sintomi sospetti, ci si deve prenotare per evitare che si creino assembramenti nelle sale d'attesa. Appuntamenti scaglionati a venti minuti di distanza l'uno dall'altro, non sufficienti, a volte, per poter visitare a dovere un bimbo e poi igienizzare lo studio prima dell'arrivo del successivo. Ma queste solo le regole dettate dalla Regione Lazio e che, recepite dalla Asl Roma 4, devono essere rispettate da medici e pazienti se non si vuole incorrere in salate ammende.

COME COMPORTARSI
C'è comunque un gran caos e i medici si stanno organizzando. C'è chi segue pedissequamente le norme, programmando le visite in studio, e chi, se i sintomi sono riconducibili al Covid, si rifiuta di visitare in modo tradizionale e ricorre all'app o all'uso del cellulare. C'è poi la questione più spinosa, quella del rilascio dei certificati per il rientro a scuola, da consegnare obbligatoriamente se l'alunno è stato assente per più di tre giorni e su questo aspetto la categoria è divisa. Alcuni pediatri ritengono che il tampone sia obbligatorio per redigere un certificato; altri, invece, pensano sia opportuno prescriverlo solo in presenza di determinati fattori. Ed è proprio questa seconda la strada che il dottor Mauro Mocci, responsabile per la Asl dei rapporti con i medici di medicina generale, consiglia di seguire. Idem la Regione, che nell'ultimo documento inviato ai dottori detta le linee guida specifiche per ciascun possibile caso. «La prassi vuole che non per tutti i raffreddori si debba sottoporre il bambino a tampone - spiega Mocci - anche perché questo significherebbe mandare in tilt il sistema. Il medico è tenuto a visitare in presenza il bimbo così da poter capire e analizzare bene i sintomi. Stati febbrili e raffreddamenti, in questa stagione, sono tipici e facilmente confondibili con quelli del Coronavirus. Per questo è anche importante fare domande ai genitori per capire se il bimbo abbia frequentato luoghi che possano essere ritenuti a rischio o persone che abbiano manifestato sintomi o siano positive. Capire se c'è stato un possibile contatto con il Covid, dà già la misura di ciò che si deve fare», la sottolineatura di Mocci.
ULTERIORI SUPPORTI

La Asl comunque si sta organizzando per mettere a disposizione dei medici di libera professione test rapidi da poter prescrivere quando si è nel dubbio. Anche di questi, però, non si dovrà abusare ed è sempre la Regione a stabilire i possibili scenari in cui dovranno essere utilizzati: la discriminante è sempre il potenziale contatto col virus. Ma se i sintomi sono importanti (febbre alta persistente con interessamento delle vie respiratorie) e il sospetto è forte, il medico deve attenersi a una specifica procedura. «Innanzitutto deve mettere in isolamento la famiglia e sottoporre il bimbo a test molecolare - dice ancora Mocci - redigendo apposita ricetta da inoltrare al Cup che si occuperà di gestire la prenotazione in tempi ristretti. Fino all'esito del tampone la famiglia resterà in quarantena». Solo al risultato, in caso di positività, viene coinvolto il gruppo classe ed entrano in campo gli specialisti del Dipartimento di prevenzione. «Accertata la positività - aggiunge la dirigente del servizio, Simona Ursino - viene sottoposta a test rapido l'intera classe. Qualora dovesse emergere uno o più contagi, si ricorrerà al tampone molecolare per la conferma e si procederà con l'indagine epidemiologica in ambito familiare».
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Il Messaggero