Civitavecchia ore 18, sui balconi iniziano i concerti di quartiere

Civitavecchia ore 18, sui balconi iniziano i concerti di quartiere
Civitavecchia si riscopre comunità attraverso la musica. E i civitavecchiesi a loro volta scoprono di avere dei concittadini con doti canore spiccate che finora la...

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Civitavecchia si riscopre comunità attraverso la musica. E i civitavecchiesi a loro volta scoprono di avere dei concittadini con doti canore spiccate che finora la città spesso aveva bistrattato. Discorso simile a Santa Marinella, dove le esibizioni passano dal baby disk jockey Dj Cm, ai vocalizzi del tenore Christian Panico. Appuntamento ormai fisso alle 18 e qualche estemporanea alle 21 con i flash mob. Il nome più famoso delle serenate al contrario è quello di Max Petronilli che si affaccia dalle sue finestre nei pressi di via Amba Aradam: «So che in zona dice il cantante ci sono anziani e ammalati. La speranza è che le note siano di buon auspicio, servano a non sentirsi soli. Però appena potremo uscire di casa voglio organizzare un concerto collettivo fra tutti i cantanti della città». A supporto, e spesso a rubargli la scena, le figlie a loro volta cantanti e musiciste: «Ne sono felice, hanno il loro spazio. Mettiamo la cassa e via, con una raccomandazione: non scendere in strada, la musica arriva ovunque». Per Petronilli non è un concerto, «ma solo un modo per inviare un messaggio. Gli applausi? Penso solo a mia moglie e alle tre figlie e a come coinvolgerle in una realtà alienante. E' bello proporsi sapendo che gli altri ti aspettano». Tante attestazioni di affetto dall'estero aiutano a uscire dalla depressione: «Non passi il messaggio secondo cui siamo tutto moribondi. Non è superficialità, per curare la sofferenza c'è l'ospedale. Di fuori serve alimentare la positività». Quanto alla scaletta, quella di Max Petronilli è semplice: «A fare da apripista ovviamente l'Inno di Mameli, che fa affacciare le persone. Poi repertorio rigorosamente italiano e ieri ho proposto Tanto pe' canta'. Per la scelta musicale ci si coordina con il gruppo dei miei allievi di Tolfa».

Un altro che rivitalizza il quartiere, spostandosi a San Liborio, è Luca Carrubba, che la città ha conosciuto durante il festival di San Romolo. Lui invece opta per una scelta diversa: «Mi diletto con piccole sessioni acustiche così da tenermi occupato e tenere compagnia alle famiglie del vicinato. In genere propongo vari pezzi alternando canzoni pop italiane di Rino Gaetano o Toto Cutugno ad esempio, oltre a qualche brano mio per passare in compagnia un'oretta sul balcone. Tante le richieste per un appuntamento ormai fisso in mancanza dell'attività settimanale considerando che la musica sia un'ottima evasione per sfogarsi e unirsi. Nel mio piccolo volevo dare anch'io un contributo di aiuto e sostegno mantenendomi in allenamento». Non è un cantare fine a sé stesso però: «Sono emozionato di aver visto la reazione della gente in questo momento tanto difficile», la conclusione di Carrabba.

Il suo balcone sulla Mediana invece è diventato un vero e proprio palco con annessa diretta social. Erika Spargoli canta quasi tre ore brani italiani e stranieri e «ho scoperto un vicinato che non conoscevo. Certo, arrivano le richieste, ma so anche di qualcuno, in altri quartieri, che ha chiamato la Municipale. È brutto perché ora che si resta chiusi in casa è l'unico modo rimasto per socializzare. Rispetto alle esibizioni classiche, il balcone è un po' stretto però c'è soddisfazione lo stesso». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero