«Tutti noi abbiamo una porta dietro la quale si nascondono i nostri desideri, che vorremo realizzare». Si chiama, appunto, “The Door of Desires”,...
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Soprano lirico, poi formatasi alla University of Florida in canto gospel e all’Actor Studios di New York, la cantante italo-giapponese descrive il suo ultimo album come «un british pop acustico che mescola sonorità celtiche e orientali. Il testo della canzone che dà il titolo all’album – aggiunge - contiene un messaggio forte e significativo: aprire la porta dei desideri per scoprire le nostre emozioni più profonde». Sospesa tra Oriente e Occidente, testa e cuore, classico e moderno («mi vedo come un fiore di loto che si appoggia sull’acqua e non ha radici, sospeso tra cielo e terra»), l’ex madrina del Festival di Piero Pacchiarotti a breve dovrebbe partire con una promozione del disco fatta di live nelle principali emittenti televisive italiane. Per ora il disco è disponibile su tutte le piattaforme digitali internazionali, il brano principale viene trasmesso dalle emittenti radiofoniche nostrane e dalla Bbc con un bellissimo videoclip girato a Londra. Il testo della title-track ha un significato esistenziale, emotivo, «una porta dei desideri e l’invito ad aprirla, a non avere paura, perché dietro quella porta, dietro le nostre emozioni più profonde, con coraggio, almeno uno dei nostri sogni nascosti può realizzarsi e rendere felice ognuno di noi». Un messaggio di forza e speranza, molto attuale in un momento storico decisamente difficile anche per il mondo delle arti e dello spettacolo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero