Civitavecchia, l'idea del priore: «Processione del Venerdì Santo virtuale»

Civitavecchia, l'idea del priore: «Processione del Venerdì Santo virtuale»
«Abbiamo fatto uscire la Processione con la pioggia e con il vento. Quest'anno non lo possiamo fare, ma la tradizione del Venerdì Santo deve continuare a vivere e...

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«Abbiamo fatto uscire la Processione con la pioggia e con il vento. Quest'anno non lo possiamo fare, ma la tradizione del Venerdì Santo deve continuare a vivere e la Processione uscirà anche se in maniera virtuale». Inizia così il massaggio lanciato via Facebook da David Trotti (nella foto), priore dell'Arciconfraternita del Gonfalone, l'associazione che dalla notte dei tempi organizza il corteo del Cristo Morto. Le precauzioni per evitare assembramenti e contagi da Covid 19 non consentono manifestazioni che prevedono la partecipazione di migliaia di persone, tra figuranti, penitenti e pubblico. E allora ecco i suggerimenti del priore. «Non usciremo nella maniera tradizionale, ma attraverso altri percorsi che vanno dalla strada del cuore a quella della mente. Chi vorrà esorta Trotti potrà esporre su balconi e finestre drappi bianchi come i sai degli incappucciati con le catene, o neri come le coltri funerarie delle confraternite. Alle 20,30 di venerdì Santo, orario di uscita della Processione, potremmo riunirci nelle nostre case in preghiera, recitando un Padre Nostro per i defunti, gli ammalati e tutti i sanitari che si prodigano negli ospedali».

Poi per rendere l'atmosfera della Processione, altri due suggerimenti, il primo dei quali proposto da una consorella del Gonfalone. «Ognuno può esporre su finestre e balconi un misteretto, i simboli della Passione che vengono portati dai bambini. Corona di spine, spugna, martello, o chiodi, realizzati anche in cartone, legno o gesso prosegue il priore come ha suggerito Carlotta Alessandri. Infine per far sentire i suoni della tradizione, alle 20,45 facciamo uscire dalle nostre case la musica». L'idea è di diffondere la Marcia funebre di Chopin uno dei brani (insieme a Vella e Albinoni) che ogni anno accompagnano il lento incedere dei penitenti. «Viviamo la sera del Venerdì Santo nei nostri cuori e nelle nostre case conclude Trotti per raccontare tra 10 o 20 anni di quel 2020 quando la Processione uscì per strade diverse».
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Il Messaggero