Civitavecchia: lotta al virus, la Asl è pronta a dare il via ai test sierologici

Gli esperti della Asl Roma 4 che dovranno effettuare i test sierologici (Foto Luciano Giobbi)
Test sierologici, anche la Asl Roma 4 si organizza per iniziare la campagna di screening. Si partirà dopo il 4 maggio, così come previsto del decreto regionale e si...

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Test sierologici, anche la Asl Roma 4 si organizza per iniziare la campagna di screening. Si partirà dopo il 4 maggio, così come previsto del decreto regionale e si inizieranno a testare le categorie ritenute maggiormente esposte: operatori sanitari e forze dell'ordine. Una prova preliminare è stata già effettuata al carcere di Aurelia dove i primi 50 detenuti sono stati sottoposti sia a tampone che a test sierologico. I kit sono stati forniti dalla ditta Abbott che si è aggiudicata la gara indetta dal Governo. Si tratta di test in chemiluminescenza automatizzati. I pro: non sono operatori-dipendenti, ossia non dipendono dalla sensibilità dell'operatore nel processo di analisi del campione; danno il risultato in giornata; aiutano a capire la diffusione del virus. I contro: in generale non garantiscono una patente di immunità; non danno la certezza di essere positivi al Covid. Ma in questo momento, agli albori della fase 2, questi test, i cui risultati andranno poi interpretati nel contesto immunologico della popolazione, sono fondamentali perché possono aiutare i tecnici a comprendere meglio il virus, la sua diffusione, a individuare gli asintomatici.

A spiegare perché è importante avviare la campagna di screening in questa frangente, è la dottoressa Gabriella Lavalle, medico dell'Unità Laboratorio analisi dell'ospedale Padre Pio di Bracciano, che si sta occupando dell'organizzazione dell'attività. «Affrontata una prima fase di emergenza - spiega la specialista - ora è arrivato il momento di capire e valutare la risposta della popolazione al Sars-cov 2. Questi test sono a scopo epidemiologico, ossia servono a capire come il virus si sia diffuso, conoscere meglio le sue caratteristiche, valutare la risposta del singolo a livello immunitario». Interrogativi ai quali si potrà dare una risposta proprio tramite i dati che emergeranno dallo screening. «Sappiamo ancora poco sia sul virus - aggiunge Lavalle - che su come si sia diffuso sul territorio. Da queste prove attendiamo risposte».

Si comincerà dunque dai dipendenti della sanità sui quali verrà eseguito il test ematico. «Si tratta di un'analisi attendibile - dice l'esperta - andremo a ricercare le IgG che ci diranno se il soggetto è venuto a contatto con il virus. Per capire se l'infezione è in corso occorre invece il tampone naso-gola». Il secondo step, invece, prevede lo studio sierologico dei rappresentanti delle forze dell'ordine. «Partiremo da queste categorie - conclude Lavalle - perché nel periodo di quarantena sono stati le più esposte. Cò non esclude, però, che in una fase successiva verranno eseguiti test anche su altre categorie di lavoratori».
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Il Messaggero