Civitavecchia, Sos dei ristoratori: «Così non si riparte»

I tavoli dei locali resteranno vuoti ancora a lungo (Foto Luciano Giobbi)
Insegne e luci accese per l'ultima sera, un tavolo esterno apparecchiato e le chiavi del locale che la mattina successiva verranno consegnate nelle mani del sindaco. Domani...

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Insegne e luci accese per l'ultima sera, un tavolo esterno apparecchiato e le chiavi del locale che la mattina successiva verranno consegnate nelle mani del sindaco. Domani alle 21 commercianti, ristoratori e gestori civitavecchiesi si uniranno idealmente ai colleghi di tutta Italia in un'unica civile protesta per dire no a una fase due che, attraverso prescrizioni, limitazioni e misure di contenimento, rischia di fare tabula rasa di un comparto già in ginocchio dopo due mesi di lockdown da Covid-19. Risorgiamo Italia: questo il nome della manifestazione proliferata su Facebook e organizzata dal mondo Ho.Re.Ca. (ospitalità, ristorazione e catering) e dei locali di pubblico spettacolo, uniti per la prima volta nella federazione nazionale di imprenditori della ristorazione Mio, Movimento imprese ospitalità, con circa 75mila attività in tutta Italia. Una cinquantina, a ieri, gli esercenti civitavecchiesi che attraverso social e gruppi WhatsApp avevano aderito: dai locali del centro storico, i primi a muoversi e fare gruppo, a quelli del lungomare del Pirgo, corso Centocelle e di altre zone meno centrali ma economicamente vive come viale Giacomo Matteotti e viale Guido Baccelli.

«È un modo per far sentire la nostra voce dicono i commercianti . Si parla tanto di ripartenza e fase due, ma è necessario mettere subito in campo azioni concrete che non si limitino alle disposizioni anti-contagio e che tengano conto delle enormi difficoltà che il settore dovrà affrontare». Bar, ristoranti, pub, pizzerie e pasticcerie: davvero vasto il ventaglio delle attività che a causa del Coronavirus hanno dovuto sospendere l'attività oppure, nel migliore dei casi, annaspare con le consegne a domicilio fatte-in-casa o attraverso le forche caudine delle agenzie di delivery online. Ecco perché mercoledì, la mattina dopo aver acceso per l'ultima volta le luci, gli esercenti andranno davanti al Comune per consegnare le chiavi dei rispettivi locali. «È un gesto simbolico dicono in coro . Noi vogliamo tornare a lavorare, ma oggi non ci sono i presupposti per farlo. Le misure previste per la riapertura di maggio, se non accompagnate a meccanismi di tutela economica come sconti, dilazioni e sospensioni delle tasse, cassa integrazione e moratoria su affitti e utenze, ci costringeranno a mandare a casa il personale, se non a chiudere del tutto le nostre attività. Come possiamo sostenere i costi di sempre sapendo che i fatturati saranno circa del 70% più bassi rispetto alla normalità?».

«Parteciperemo alla manifestazione ha detto nei giorni scorsi l'assessore comunale al Commercio, Claudia Pescatori . Molto probabilmente faremo un giro per incontrare gli esercenti. Ribadiamo la necessità di fare presto nel trovare soluzioni efficaci per le categorie più colpite e in difficoltà».
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Il Messaggero