Salotti trasformati in percorsi a ostacoli; balconi inondati da cuscini e tappeti per consentire giochi di società e costruzioni; terrazzi condominiali divenuti parchi...
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LE INVENZIONI
Civitavecchia non fa eccezione e le testimonianze delle mamme fotografano una situazione sicuramente eccezionale. «La mattina la dedichiamo a una serie di attività - racconta Valentina, maestra e mamma di Adriano, 4 anni coloriamo, costruiamo piccoli oggetti, leggiamo storie e facciamo percorsi. Con mio marito siamo stati bravi a non farci sedurre dalla tv. Come sta vivendo mio figlio la quarantena? All'inizio bene perché sembrava una vacanza. Poi con il passare dei giorni ha iniziato a essere triste e a volte nervoso. È straziante vedere tuo figlio che gioca col nonno via Skype». «Tutte le mattine mi sveglio alle 5,30 per preparare le videolezioni per la mia classe - spiega invece Arianna, che insegna materie scientifiche in un liceo romano ed è la mamma di Anita, 3 anni e mezzo . Poi quando si sveglia mia figlia, tutte le attenzioni devono essere giustamente per lei. Fortuna che con mio marito abbiamo un piccolo sfogo esterno, dove abbiamo messo un tappeto elastico e una palestrina per arrampicarsi con scivolo e anelli, così la bimba riesce a sfogarsi e a stancarsi. Certo, accanto a momenti felici ci sono stress e noia, ma andiamo avanti, nonostante riorganizzare tutte le attività quotidiane in questa modalità sia decisamente difficile».
I MALUMORI
«Mia figlia mi chiede spesso di tornare a scuola racconta Elisa, residente a Santa Marinella con il compagno, mamma di Chiara, 3 anni e mezzo e un bimbo in arrivo a settembre . Ogni giorno ci dobbiamo inventare qualcosa da fare, lavoretti e giochi. Io e il mio compagno stiamo lavorando da casa ma in queste condizioni non è per niente facile». «La situazione è complessa - racconta Tiziana, nome di fantasia per una mamma di due bimbe, 4 anni e 3 mesi - la piccola non è un problema, con la grande è complicato. La vita in quarantena è una domenica senza fine, disegniamo, facciamo lavoretti, cuciniamo e vediamo film sul divano. Ci manca uscire ma manca soprattutto a noi genitori. All'inizio a mia figlia grande avevo nascosto il problema convinta che non potesse elaborare una questione come il Coronavirus. Le ho detto che eravamo in vacanza. Poi però, è venuto fuori il discorso del virus e la bimba ha iniziato a capire che c'era qualcuno che stava male. Da allora ha iniziato a essere nervosa e impaurita. Nonostante le tante attenzioni di noi genitori e i giochi a casa, nostra figlia sta soffrendo molto».
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Il Messaggero