Cibi tipici civitavecchiesi, inizia il percorso del marchio Doc comunale

La zuppa di pesce civitavecchiese potrebbe essere tra i cibi da tutelare con il marchio doc comunale
Dalla pizza di Pasqua ai biscottini di Natale, passando per mostaccioli, frittelle di riso di San Giuseppe, ciambellette all'anice, fave da morto e maritozzi con la panna. Non...

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Dalla pizza di Pasqua ai biscottini di Natale, passando per mostaccioli, frittelle di riso di San Giuseppe, ciambellette all'anice, fave da morto e maritozzi con la panna. Non solo dolci e dolciumi, però, la gastronomia della tradizione civitavecchiese è ricca e ben agganciata alla storia di una città dalle influenze multiformi, basti pensare alla zuppa di pesce, riso all'indivia, lumache, luna rossa, spaghetti col polpo, pizza coperta civitavecchiese, ricciata, brodo di mazzumaja o minestra di pesce sfuggito (coi sassi di mare a insaporire). La lista è lunga e, oltre a far venire l'acquolina in bocca al solo pensiero, è una lista che, nell'immediato futuro, potrebbe ricevere un riconoscimento ufficiale grazie alla De.c.o., acronimo di Denominazione comunale di origine, il marchio di garanzia di qualità per il quale, grazie alla delibera di giunta di giovedì scorso, il Comune assieme a Confcommercio ha (finalmente) avviato un percorso di regolamentazione. Un iter che, nel giro di qualche mese, presumibilmente entro settembre, dovrebbe condurre alla nomina di una commissione incaricata di applicare un regolamento ah hoc e un disciplinare contenente tutti i requisiti ai quali i produttori dovranno attenersi per ottenere il marchio di garanzia sui prodotti della tradizione locale.

«Un primo fondamentale passo per l'istituzione della De.c.o. è stato fatto venerdì in giunta con l'approvazione della delibera che approva il bando per il concorso di idee per realizzare il logo che contraddistinguerà la denominazione comunale civitavecchiese e che, nella forma promossa da Anci, potrà anche essere registrato all'Ufficio italiano brevetti e marchi», ha detto l'ex assessora al Commercio Claudia Pescatori, alla quale si deve l'azione politica che, nel giro di pochi mesi, ha portato all'avvio del percorso di legittimazione e riconoscimento. «Ringrazio l'ufficio Commercio ha proseguito Pescatori - la locale sezione di Confcommercio, nelle figure del presidente Graziano Luciani e soprattutto di Giulio Santoni. Grazie a loro la strada è tracciata. Il prossimo passaggio sarà l'approvazione del regolamento in consiglio comunale, che è già pronto e necessita solo dei giusti passaggi in conferenza dei capigruppo per poi essere calendarizzato in discussione nell'assise comunale. Sono molto contenta, con l'istituzione della De.c.o. ha concluso Pescatori - i produttori, gli agricoltori e i commercianti locali avranno a disposizione uno strumento valido di valorizzazione del territorio attraverso la possibilità di far conoscere le eccellenze culinarie, i prodotti e le specificità della nostra terra e che potrà proiettare la nostra comunità su nuovi scenari economici e turistici».

Un progetto intelligente e ambizioso, su cui Confcommercio punta da anni, e che adesso può decollare. Come si dice, meglio tardi che mai.
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Il Messaggero