Zalone, il posto fisso e i licenziamenti in 48 ore

Zalone, il posto fisso e i licenziamenti in 48 ore
Sono andata a vedere "Quo vado". Checco Zalone mi piace e le cose da dire potrebbero anche finire qui. Film azzeccato almeno per la prima meta',  fotografa un...

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Sono andata a vedere "Quo vado". Checco Zalone mi piace e le cose da dire potrebbero anche finire qui. Film azzeccato almeno per la prima meta',  fotografa un lato (certamente diffuso) del carattere degli italiani. Non siamo tutti cosi', ma in tutti noi c'e' almeno una traccia di Checco Zalone.

Certo, un po' infastidisce il  conformismo di ritorno di molti commentatori per cui Quo vado ora e'opera massima mentre prima non si poteva guardare. Pero', appunto, anche il conformismo e'un aspetto del carattere degli italiani (non solo nostro). Pazienza.

Quel che induce a tornare su "Quo vado" e'l'annuncio della minaccia che sta per abbattersi sui  Checchi Zalone d'Italia, gli impiegati nella pubblica amministrazione che timbrano il cartellino e poi si fanno i fatti propri.
Anticipando uno dei contenuti della riforma della pubblica amministrazione, Matteo Renzi ha infatti comunicato che "si potra' licenziare entro 48 ore chi viene beccato a timbrare il cartellino e andarsene". Insomma dopo la Merkel e Juncker, Renzi ha elevato a nemico della settimana pure i Checchi Zalone d'Italia.
I sindacati naturalmente hanno fatto notare che  le norme contro gli assenteisti ci sono gia'. Basterebbe applicarle. Come dire: di grida manzoniane son lastricate le memorie di generazioni di italiani. Vero. E questo Paese starebbe molto meglio se, come dicono i sindacati, le norme, gia'esistenti, venissero applicate. Peccato che (almeno in passato) siano stati proprio i sindacati a difendere lavoratori che invece avrebbero meritato il licenziamento.
La musica d'ora in poi sara'diversa? Magari. Chi lavora, si spera, non avra' niente da temere. La cosa di cui dovremo semmai dispiacerci sara' un'altra. Se l'annunciata fermezza lascera' poi le cose come stanno, ci sara' materiale per un nuovo film di Zalone.


In Quo vado c'e' gia' un assaggio di quel che segue in Italia alle norme draconiane annunciate con squilli di tromba. La scena e'una delle più'divertenti del film. Checco Zalone e  colleghi vengono radunati e viene loro annunciata la cancellazione dell'ente Provincia con conseguente trasferimento in altra sede. La tonante minaccia e' per cosi dire ammorbidita da una serie di eccezioni, tutte ragionevoli per carita': la norma non si applica a chi ha superato una certa eta',a chi e'sposato, a chi ha un parente disabile... Piano piano la stanza dove Checco Zalone e colleghi sono seduti si svuota. E alla fine il trasferimento tocca soltanto lui. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero