Viva i 50 di Johnny Depp e Brad Pitt, ma meglio l'autoironia di Gandolfini

Viva i 50 di Johnny Depp e Brad Pitt, ma meglio l'autoironia di Gandolfini
In questi giorni si parla tanto di Johnny Depp e Brad Pitt: il primo...

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In questi giorni si parla tanto di Johnny Depp e Brad Pitt: il primo ha appena compiuto cinquant’anni, il secondo li farà a dicembre ed entrambi sono superstar, espressione massima di quel divismo globale che solo Hollywood sa esprimere. Si parla però di Depp e Pitt non solo come attori di successo ma anche come “uomini ideali”. Siamo proprio sicuri? Sul talento di Johnny e Brad sono pronta a scommettere: basta andare al cinema per rendersi conto che quanto a fascino, carisma e capacità tecniche, i due hanno una marcia in più. Ma io non credo che basti la popolarità planetaria a fare di una persona un “uomo ideale”, cioè uno con cui milioni di persone sognerebbero di dividere l’esistenza. Anzi. Penso che proprio la notorietà, la ricchezza smisurata e l’eccezionalità dello stile di vita dovrebbero bastare a mettere in fuga le persone dotate del minimo buon senso. Vivreste con uno che gira circondato dalle guardie del corpo, non è padrone del proprio tempo, coltiva maniacalmente il culto di se stesso e chissà quante altre paranoie, fragilità e insicurezze ignote ai più? Io sicuramente no. Considero invece “ideali” tanti uomini comuni, che fanno lavori meno glamour del cinema, si sbattono dalla mattina alla sera per guadagnarsi da vivere e mettono in pratica valori forse poco appariscenti come la lealtà, l’amicizia, il rispetto per la famiglia, il senso del dovere. Sarà banale come l’acqua calda, ma in piena celebrazione dei due anniversari non riesco a togliermi il pensiero dalla mente. Sarà per questo che sorrido quando degli attori pur bravissimi, acclamati sul red carpet e protagonisti degli eventi più scintillanti vengono glorificati al punto di diventare “uomini ideali”. Esagero? Ditemelo voi. Colgo l’occasione per ricordare con rispetto e rimpianto un altro cinquantenne di successo che se n’è andato all’improvviso, per caso a Roma: James Gandolfini, stroncato (forse) da un infarto nell’attesa di far conoscere al figlio tredicenne che lo accompagnava le bellezze italiane. Schivo, ricco di talento, autoironico, Gandolfini è stato lanciato dal ruolo del boss mafioso nella serie tv I Sopranos: un personaggio poco edificante, certo, ma nella realtà l’attore era modesto, gentile, intelligente. Se fosse l’”uomo ideale” bisognerebbe chiederlo alla moglie affranta. Io posso assicurarvi che era un attore di talento e una star mai disposta a prendersi sul serio.
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Il Messaggero