Ultracinquantenni al lavoro, per amore o per forza

Ultracinquantenni al lavoro, per amore o per forza
Nel 2004 nella fascia di età tra i 55 e i 64 anni lavoravano tre italiani su 10. Otto anni dopo, nel 2012, erano diventati quattro. Nel terzo trimestre di quest'anno il...

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Nel 2004 nella fascia di età tra i 55 e i 64 anni lavoravano tre italiani su 10. Otto anni dopo, nel 2012, erano diventati quattro. Nel terzo trimestre di quest'anno il tasso di occupazione di questo segmento di popolazione è cresciuto ancora, al 43,5 per cento. Sono numeri ancora lontani dall'obiettivo che l'Europa si era data con l'ormai remota strategia di Lisbona,e per di più notevolmente differenziati tra uomini (53,7 per cento) e donne (34). Ma comunque indicano una tendenza al cambiamento.


In buona parte il fenomeno è dovuto alle varie riforme previdenziali che hanno spostato in avanti l'età del pensionamento.Ma forse, insieme a questo fattore forzoso, gioca anche una più generale evoluzione della società. Non si può però fare a meno di notare che la realtà degli ultracinquantenni al lavoro ha molte facce tra loro diverse. Da una parte abbiamo ancora sotto gli occhi la vicenda degli esodati, e più in generale la tendenza di una parte delle aziende ad espellere, in quanto costosi e/o scarsamente produttivi, i lavoratori anziani.

Dall'altra, ai livelli medio-alti, gli over-50 sono particolarmente ricercati in periodo di crisi perché permettono di raggiungere rapidamente gli obiettivi risparmiando su eventuali percorsi di formazione dei giovani e sostituendo anche due o tre figure professionali, secondo quanto emerge dall'osservatorio della società di recruitment Michael Page. Anche questa, a pensarci bene, non è una tendenza del tutto positiva.
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Il Messaggero