Tutti superstar con "selfie", l'autoscatto che non perdona

Tutti superstar con "selfie", l'autoscatto che non perdona
Vorrei affrontare insieme a voi un tema molto attuale, o meglio una moda che sta prendendo sempre più piede e viene identificata con un neologismo: “selfie”, che non a caso...

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Vorrei affrontare insieme a voi un tema molto attuale, o meglio una moda che sta prendendo sempre più piede e viene identificata con un neologismo: “selfie”, che non a caso risulta la new entry di maggiore successo nel vocabolario globale del 2013. Cosa sono i selfie? Le fotografie di se stessi che tanto le persone comuni quanto i personaggi famosi scattano con il cellulare e poi postano sui social network. D’accordo che viviamo immersi nelle immagini e il culto delle celebrities ha raggiunto vette parossistiche, ma di questi autoscatti c’è davvero bisogno? Io posso vivere anche senza vedere la cantante Rihanna che brinda a Capodanno o Miley Cyrus che scuote il fondoschiena o ancora l’attricetta italiana che fa colazione appena sveglia. Per qualcuno il dilagare dei “selfie” è una “condivisione”, ma avrei molto da obiettare anche sull’abuso di questa parola che all’origine era associata a sentimenti ed azioni nobili (come condividere la speranza, il dolore, il cibo, la ricchezza) mentre oggi indica il più delle volte l’autoreferenzialità fine a se stessa veicolata da internet. Già, l’autoreferenzialità come surrogato dell’assenza di contenuti. Il culto estremo di se stessi per nascondere il vuoto, la mancanza di un pensiero, di un’idea, di un’aspirazione. Con il "selfie" siamo tutti superstar, o meglio ci illudiamo di esserlo. Alla faccia della privacy e di quel sano mistero che, parlando dei famosi, una volta avvolgeva i protagonisti del cinema lasciando allo spettatore il piacere di scoprirne il fascino sullo schermo. Dite che sono antiquata? Forse sono solo in ritardo sui tempi e tra non molto inonderò anch’io la rete con le immagini di me stessa. Intanto apro il dibattito, come si diceva nell’era pre-internet (e pre-selfie), ansiosa di conoscere la vostra opinione.
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Il Messaggero