Quando (lo sconosciuto) Thomas Watson scriveva a quattro mani con il giovane Shakespeare

Quando (lo sconosciuto) Thomas Watson scriveva a quattro mani con il giovane Shakespeare
Elementare, Watson.  Thomas Watson era uno dei più popolari drammaturghi elisabettiani; eppure nessuna delle sue commedie è giunta fino a noi, e il suo nome...

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Elementare, Watson. 

Thomas Watson era uno dei più popolari drammaturghi elisabettiani; eppure nessuna delle sue commedie è giunta fino a noi, e il suo nome oggi è virtualmente sconosciuto. Eppure, questo poeta e scrittore, «pioniere del madrigale inglese» - leggiamo sul Guardian - che salvò anche la vita di Christopher Marlowe durante una rissa, viene oggi visto in una luce diversa, perché è stato identificato come il più probabile autore di Arden of Faversham, la prima tragedia inglese, pubblicata in forma anonima nel 1952; e molti esperti sostengono che questo oscuro autore lavorò a quattro mani con William Shakespeare.


Alla stessa maniera di Lady Macbeth, la sua protagonista Arden (di Faverisham, una città del Kent), vuole «lavare via il sangue» di cui si è macchiata, cospirando con l’amante per uccidere il marito.

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A propendere per la “pista” di Watson è un eminente studioso shakespeariano, Gary Taylor, professore di letteratura presso la Florida State University e curatore di The New Oxford Shakespeare, l’edizione critica che raccoglie tutte le opere del Bardo. Taylor ha fatto ricerche per cinque anni, prima di arrivare alla conclusione che ci sono «forti e consistenti prove» del suo coinvolgimento nella stesura del dramma.

Shakespeare fu descritto nel 1959 come l’«erede» di Watson, come scrisse William Clerke, nel suo Polimanteia, ma il paradosso è che solo di recente - poiché, appunto, poche delle sue opere sono giunte fino a noi - gli studiosi hanno capito che si trattasse di un drammaturgo.

Anne Hathaway e quel marito uguale a Shakespeare (che aveva la moglie con lo stesso nome)


«Persino gli specialisti - ha detto Taylor al giornale britannico - conoscono solo una piccola parte della sua opera; eppure pare che fosse un autore molto originale». La sua ricerca sarà pubblicata, alla fine di quest’anno, in una pubblicazione specializzata, The Review of English Studies. Un altro studioso, Rory Loughnane, sottolinea l’importanza della scoperta, che getta nuova luce sui primi passi della carriera di Shakespeare, che a vent’anni, appena giunto da Stratford, si faceva largo nella scena letteraria londinese. Non è stato facile, arrivare a questo traguardo, esaminando i pochi reperti esistenti della prosa di Watson, spesso molto brillanti, e le testimonianze del tempo. Nel settembre 1959, quando Watson morì, molto probabilmente di peste, una nuova stella si stava affacciando sul palcoscenico; una stella di nome William Shakespeare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero