Terremoto, quel cinese anonimo e Facebook

Terremoto, quel cinese anonimo e Facebook
Se non ci fosse stato Facebook probabilmente la storia non l'avremmo conosciuta. Il post spunta fuori dalla pagina di un circolo di un partito. Siamo a Torpignattara,...

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Se non ci fosse stato Facebook probabilmente la storia non l'avremmo conosciuta. Il post spunta fuori dalla pagina di un circolo di un partito. Siamo a Torpignattara, quartiere sempre più multietnico, assediato spesso dal degrado, dove varie comunità straniere convivono, a volte con difficoltà. 


Comunità che sono arrivate alla seconda, terza generazione. E molti di loro si sentono ormai romani. Se non ci fosse stato Facebook, probabilmente, avremo saputo soltanto dell'enorme gara di solidarietà dei romani verso le popolazioni colpite dal terremoto. Così coinvolti, così generosi da costringere la Protezione Civile a chiedere di interrompere la raccolta di vestiario e generi alimentari. Avremo saputo anche che la cifra delle donazioni al grido di #romaadottaamatrice era arrivata il 2 settembre a 142.551 euro. Avremo anche saputo dei  richiedenti asilo richiedenti asilo ospiti di un centro in provincia di Ascoli Piceno hanno aiutato i residenti di Amandola, mentre a Gioiosa Ionica (Calabria) alcuni hanno chiesto di donare il pocket money agli sfollati di Amatrice.

Ma non avremo saputo che venerdì 2 settembre nella sala del circolo di Rifondazione Comunista di Torpignattara, un anonimo cinese ha donato mille euro per gli aiuti. Era stata organizzata una cena per la raccolta fondi. Hanno partecipato un centinaio di persone. "Poi - raccontano - è arrivato questo cinese che ha lasciato mille euro e poi è andato via, quasi fuggendo". Si sarà sentito un po' romano anche lui, avrà vissuto qualche terremoto nella sua terra prima di emigrare in Italia, o semplicemente almeno una volta nella vita si sarà sentito ultimo degli ultimi.
 
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Il Messaggero