"Le carceri sono accademie del terrore" dice a Lorenzo Cremonesi del Corriere della Sera il politologo francese Gilles Kepel. Difficile dargli torto, peraltro e'...
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Uscito dal carcere, sopravvissuto a un tentativo di suicidio messo in atto una vigilia di Natale, Botton, che negli anni '80-90 era il prototipo dell'uomo di potere cinico e flamboyant, dice di essere cambiato e avere ora un solo obiettivo: evitare di far tornare in carcere chi ci finisce una prima volta.
Ha fondato un'associazione "Ensemble contro la recidive" e col sostegno di amici famosi come il tennista Yannick Noah e una ventina di grandi imprenditori, ha aperto un primo centro di reinserimento.
Un mese fa, la prima campagna pubblicitaria, su stampa, curata dalla piu' grande agenzia francese, la BETC di Mercedes Erra e Remi Babinet.
Gilles Kepel, politologo esperto di Islam, ha ragione quando sostiene "le nostre carceri sono diventate vere accademie per Isis e i suoi affiliati". E' vero che nelle biografie dei terroristi arrestati o uccisi c'e' sempre, o molto spesso, una detenzone piu'o meno lunga durante la quale, si legge regolarmente, "si sono radicalizzati" .
"Quando escono sono peggio di prima, mine vaganti pronte a colpire" denuncia il politologo francese. Ed e' proprio partendo da questa realta' che l'uomo dalle mille vite, il Pierre Botton la cui storia, raccontata in vari libri, ha anche ispirato un film, "La Sainte Victoire" , e' convinto di poter cambiare le cose. Sostenitore e amico di Alain Juppe' ma anche di Sarkozy, ha visto lanciare molti suoi progetti durante la presidenza Hollande. Ora la Francia si prepara a un cambiamento. Chissa' se l'operazione Bonnet continuera' col nuovo (o la nuova) inquilino/a dell'Eliseo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero