Spero che un giorno Papa Francesco incontri Cathy Heying

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  Spero che un giorno Papa Francesco incontri Cathy Heying. Questa...

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  Spero che un giorno Papa Francesco incontri Cathy Heying. Questa donna di poco più di 40 anni è un’assistente sociale che per 16 anni è stata operatrice pastorale presso la chiesa cattolica di Saint Stephen a Minneapolis, in Minnesota. Laureata due volte, in servizi sociali e in teologia, oggi Cathy fa la meccanica. Sì, ripara automobili. Quelle dei poveri. Cathy Heying non sapeva neanche cosa fosse un chiave inglese, e non aveva la più pallida idea di come si cambiasse l’olio di un’automobile. Oggi, dopo aver frequentato per due anni una scuola professionale – lei, unica donna (non più giovane) insieme a tanti ragazzi aspiranti meccanici – gestisce un’officina nel cuore di Minneapolis. Ma i suoi servigi sono destinati solo a chi non ha i soldi per permettersi auto nuove o meccanici a prezzi commerciali. Il suo “Lift Garage” offre servizi solo a persone che vengano inviate da assistenti sociali e dalle chiese, o che portino con sè prova di essere povere (basta avere i buoni pasti federali per dimostrarlo). Il garage è un ente non a scopo di lucro, ma è finanziariamente autosufficiente. I pezzi di ricambio vengono fatti pagare al prezzo di fabbrica, senza nessun “carico”. Il lavoro costa 15 dollari l’ora, contro i 100 richiesti dai garage normali. E comunque, il pagamento può essere fatto a rate mensili di soli 20 dollari. Cathy ha deciso di aprire il garage perché nei suoi anni come assistente sociale, e durante il suo lavoro in chiesa, ha visto troppe volte quanta gente non poteva andare al lavoro perché non aveva i soldi per riparare l’automobile: «Se guadagni mille dollari al mese, una riparazione da 600 dollari non te la puoi permettere» spiega. Ma se una persona che vive ai margini della povertà non può permettersi di andare a lavorare, nella povertà ci precipita del tutto e difficilmente riuscirà a venirne fuori. Spesso anzi finisce per strada, senzatetto. Le quattro ruote sono un vero e proprio salvagente in un Paese come l’America, dove i servizi pubblici sono pochi e comunque costosi: «Continuavo a pensare: qualcuno dovrebbe fare qualcosa – ha raccontato Cathy Heying - . Poi un giorno ho detto: santo cielo, quel qualcuno sono io!»  Vari canali tv hanno dedicato servizi a Cathy e hanno intervistato alcuni dei clienti. Per tutti, l’assistenza della donna è stata cruciale. C’è la signora senzatetto che vive nel suo camioncino, ma non aveva più il riscaldamento, condizione terribile negli inverni gelidi del Minnesota. C’è la commessa che non riusciva più ad arrivare in tempo per il suo turno perché non ci sono autobus la mattina presto. Ecc Ecc. Quando il garage ha aperto, lo scorso gennaio, Cathy poteva permettersi di lavorare solo il sabato. Poi sono arrivati altri volontari, e ora il garage è aperto quattro giorni a settimana. E la fila per farsi aiutare è lunga: c’è una lista d’attesa di quattro mesi. Cathy è orgogliosa, ma è anche una donna diretta e semplice, aliena da retoriche: «E’ inutile pregare perché un’auto si ripari da sè!» scherza. Però vi sarebbe grata se visitaste la pagina Facebook del garage e lo sosteneste, anche semplicemente con un “mi piace”.
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Il Messaggero