Questione di selfie

Questione di selfie
Non ci sono solo le bocche a cul-de-poule (o "duckface") rimpiazzate dalla moda rilanciata dall'hashtag #FishGape (bocca leggermente aperta, pare faccia...

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Non ci sono solo le bocche a cul-de-poule (o "duckface") rimpiazzate dalla moda rilanciata dall'hashtag #FishGape (bocca leggermente aperta, pare faccia sembrare più magri) o gli attori incontrati per caso (addirittura in ospedale: al Policlinico Gemelli è stato assediato Keanu Reeves), gli scatti hot della Venere social Kim Kardashian, affetta da narcisismo compulsivo, le foto modalità brelfie (mentre si allatta), gli scatti stile belfie (lato B), quelli fatti a mezz'aria mentre si batte il cinque (high-five-selfie), gli altri (rari immagino) definiti #belly slot (ritraggono il solco della pancia, la moda è stata lanciata dalla modella Emily Ratajkowski), il selfie sull'acqua ghiacciata del Fontanone, il mannequin challenge. Protagonisti dei selfie, sono anche altri fotogrammi rilanciati da hashtag diventati subito virali.


Dal 12 febbraio c'è anche #disabledandcute (disabile e carina) ed è stato lanciato da Keah Brown, adolescente americana con paralisi celebrale. La giovanissima ha spiegato l'obiettivo del suo tweet diventato subito una campagna di comunicazione social: "Siamo fieri dei nostri corpi, poco importa il nostro handicap".

I romani invece non sembrano essere fieri della loro città, proprio non ci stanno alla debacle dei servizi: bus che non passano, buche e immondizia non raccolta. E diffondo sempre di più i "selfie con l'immondizia" su Twitter, Facebook e Instagram. L'ultimo grido di aiuto nella speranza che qualcosa accada, anche piccola.

A Roma c'è anche chi sogna un po' di Berlino: nelle stazioni di Südkreuz, Ostbahnhof e Hauptbahnhof è stato attivato un nuovo servizio, si manda con WhatsApp una foto al numero 0157 923 628 36 per denunciare la sporcizia nelle stazioni. Il viaggiatore, come riportato da Berliner Zeitung, verrà avvertito quando un operatore ha effettuato la pulizia. Potrà anche dare un voto al lavoro fatto. Fantascienza ovviamente per i romani... 
 

 
 
 
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Il Messaggero