Il Coronavirus è stata tra le altre cose un'occasione per discutere - in modo più o meno pacato, più o meno sofferto - dell'efficienza del sistema...
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Un accesso eccessivamente ritardato alle cure rappresenta in qualche modo una negazione dello stesso diritto alle cure. Se guardiamo però ad alcune operazioni chirurgiche non di urgenza vediamo che la situazione italiana - fotografata da un recente rapporto dell'Ocse - è migliore di quella di molti altri Paesi. Alcuni esempi relativi al 2018: per la cataratta la media Ocse è 92 giorni, da noi se ne aspettano solo 24. Per la protesi dell'anca i nostri 50 si confronta con un valore medio di 113. In caso di prostatectomia, il tempo di attesa medio si abbassa nei Paesi Ocse a 51 giorni, ma da noi ne bastano normalmente meno, 36. Mentre per un bypass coronarico in Italia occorre attendere 9 giorni contro i 29 della media degli altri.
Il rapporto sottolinea come il nostro Paese sia riuscito a mantenere contenute le attese anche negli ultimi anni caratterizzati da forti vincoli di bilancio. Probabilmente il quadro è meno buono per quanto riguarda analisi e visite specialistiche, aspetti sui quali la situazione italiana è presentata in modo molto meno dettagliato. Ma con tutte le dovute cautele, e ricordando che ci saranno comunque eccezioni dolorose, si possono prendere i dati sulla chirurgia come un segnale incoraggiante. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero