Indipendentemente dalle intenzioni di voto nel referendum costituzionale di domenica, molti si troveranno d'accordo almeno su una cosa: questa campagna elettorale non ci...
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Ecco, probabilmente la cosa più grave è proprio questa: il corpo elettorale è stato privato del diritto, costituzionalmente garantito, di pronunciarsi sul merito di una riforma costituzionale (per quanto molto complessa), perché da una parte e dall'altra la consultazione è stata pesantemente caricata di altri significati. Alla fine molti cittadini si troveranno ad esprimere il proprio sì o il proprio no per motivazioni diverse, estranee ai contenuti della legge. Ed anche per questo, dopo, sarà comunque difficilissimo rimettere insieme i pezzi.
Eppure, qualcosa da rimpiangere forse c'è: quegli spazi di discussione che si sono creati in tanti dibattiti sul territorio, certo non del tutto al riparo dal clima generale, ma spesso sviluppati in una logica diversa, più autonoma. Persone che hanno deciso di usare un pomeriggio o una serata per discutere di bicameralismo e di competenze concorrenti, che hanno avuto la pazienza di documentarsi e di entrare nei dettagli di un testo oggettivamente non semplice. Insomma che hanno preso sul serio il proprio ruolo di cittadini. Ce ne sarebbe ancora bisogno.
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Il Messaggero