Quel pianeta dove il giorno non finisce mai

Quel pianeta dove il giorno non finisce mai
Che noia. Non c'è mai tempo per riposarsi. La luce è accecante e la notte non arriva mai. Un pianeta e tre...

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Che noia. Non c'è mai tempo per riposarsi. La luce è accecante e la notte non arriva mai.



Un pianeta e tre stelle (Under the triple suns). E' il titolo di un racconto di fantascienza scritto da Stanton  A. Coblentz nel lontano 1955. Il romanzo dell'autore statunitense narra le vicende di un giovane scienziato, Dave Harrowel, fuggito dalla Terra, prima della sua distruzione, su un lontano pianesta sconosciuto insieme alla moglie. Un pianeta al chiarore di tre Soli........

Questa la fantascienza. Questa che segue, invece, la realtà. Un team di scienziati dell’Università dell’Arizona attraverso uno strumento chiamato SPHERE installato sul telescopio Vlt (Very Large Telescope) dell'Eso in Cile, ha ottenuto l'immagine del primo pianeta trovato in orbita allargata intorno a un sistema triplo di stelle.
Il pianeta si chiama HD 131399Ab, ha una grandezza di poco superiore a Giove e si trova a circa 320 anni luce dalla Terra, nella costellazione del Centauro. La sua orbita intorno all'astro principale dura un'eternità: quasi 550 anni e per circa metà della sua rivoluzione, gli ipotetici abitanti nel suo cielo potrebbero vedere tre stelle con un giorno che non finirebbe praticamente mai.

Lo studio è già stato pubblicato su Science e la scoperta diventa davvero importante in quanto segna il primo rilevamento di un esopianeta con SPHERE, uno strumento sensibile alla luce infrarossa che riesce a vedere l'impronta fornita dal calore dei pianeti giovani «oltre ad avere strumenti sofisticati per correggere i disturbi atmosferici e bloccare la luce, altrimenti accecante, della stella madre», ha commentato Daniel Apai, dell'Università dell'Arizona, uno dei coautori dell'articolo sulla rivista scientifica.

MA QUALE STAR WARS
La realtà supera la fantasia e mette in ombra pure Tatooine, il pianeta di Luke Skywalker nella saga di Star Wars, quello strano mondo  che però in cielo di Soli ne aveva solamente due. In questo  pianeta scopertoi un osservatore vedrebbe sempre la luce del giorno, oppure tre diverse albe e tramonti ogni giorno, a seconda della stagione.

PAROLA AGLI SCIENZIATI
«HD 131399Ab è uno dei pochi esopianeti di cui sia stata fatta una fotografia diretta e il primo in una configurazione dinamica così interessante», ha invece ammesso Kevin Wagner, il primo autore dell'articolo e della scoperta di HD 131399Ab. Wagner, studente di Dottorato all'Università dell'Arizona, ha identificato il pianeta tra centinaia di candidati e ha diretto le osservazioni successive per verificarne la natura.

IL SISTEMA DEL PIANETA CON TRE SOLI
Gli scienziati sono anche riusciti a comprendere la composizione e le grandezze del singolare sistema.
La stella più brillante (HD 131399A) è circa l'80% più massiccia del Sole e intorno a lei orbitano le stelle meno massicce, B e C, a circa 300 UA (una UA, o unità astronomica, è la distanza media tra la Terra e il Sole, ndr) e nel frattempo, B e C ruotano l'una intorno all'altra separate da una distanza pari a circa quella tra il Sole e Saturno (10 UA). «In questo scenario, il pianeta HD 131399Ab viaggia intorno alla stella A in un'orbita di raggio pari a circa 80 UA, il doppio dell'orbita di Plutone nel Sistema Solare, che porta il pianeta a circa un terzo della distanza tra A e la coppia B/C -racconta Wagner- e quindi gli scenari possibili sono molti diversi e rimane ancora un mostero capire la stabilità a lungo termine di tutto il sistema».


GLI STUDI CONTINUANO
«Non è chiaro come questo pianeta sia finito su questa orbita così ampia in un sistema estremo -si legge ancora nello studio del team dell'Università dell'Arizona- non possiamo ancora dire cosa ciò significhi per la nostra comprensione di questo tipo di sistemi planetari, ma si vede che c'è più varietà di quello che molti avrebbero ritenuto possibile. Quello che sappiamo è che i pianeti in sistemi stellari multipli sono stati studiati molto meno, ma sono potenzialemente altrettanto numerosi di quelli con una singola stella».



enzo.vitale@ilmessaggero.it

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