Perché al FT piace Parigi chiusa la domenica

Perché al FT piace Parigi chiusa la domenica
Ci sono cose che cominci ad apprezzare mentre le stai perdendo....

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Ci sono cose che cominci ad apprezzare mentre le stai perdendo. E' questo il senso del messaggio che l'editorialista del Financial Times Adam Thomson invia nel suo tutto sommato struggente articolo intitolato "Come sono arrivato a considerare lo shopping della domenica una minaccia per la città dei lumi". Adam Thomson è un giornalista economico, per lavoro ha vissuto nelle grandi metropoli in cui, come Città del Messico, la domenica è un giorno come un altro, negozi aperti e ristoranti presi d'assalto. In più, scrive per il quotidiano amato dai liberisti di tutto il mondo (e letto anche da chi non lo è). Ciò detto, Thomson è approdato alla stessa conclusione alla quale sono arrivata anch'io. E dopo le stesse titubanze. Scrive Thomson: «Quando sono arrivato a Parigi due anni fa, sono rimasto affascinato dalla schizofrenica natura dei suoi week-ends. Il sabato vibra, proprio come altre capitali europee, le domeniche invece sono così tranquille che sembra di vivere in un'altra era». All'inizio, racconta l'editorialista del Financial Times, anche lui, come molti giovani locali, trovava insopportabile che la domenica mattina la saracinesca del supermercato restasse inesorabilmente abbassata. Quella dei grandi magazzini, per esempio, da Bon marché a Le Galerie Lafayette. Poi, piano piano, ha cominciato ad apprezzare l'obbligatorietà della pausa, quel doversi fermare per forza, la domenica, e dedicarla al pranzo in famiglia, alla passeggiata nelle strade silenziose del quartiere, alla lettura (sarà anche per questo che a Parigi si vedono in giro tanti più libri e giornali?). Anch'io, otto anni fa - quando ho cominciato a dividermi tra Parigi e l'Italia, trovavo un po' faticoso che l'intera città, di domenica, dormisse. Sleeping beauty, la definisce il Financial Times. Non che a Roma sia sempre tutto aperto, ma, ecco, già la spesa al supermercato di domenica non è un problema. Poi, poco a poco, ho cominciato a riapprezzare questa ennesima "eccezione francese". Il fatto che, volendo, la domenica mattina si possa andare al cinema invece che in un centro commerciale. Il fatto che le giovani famiglie parigine, la domenica, passeggino al parco perché girare per centri commerciali non usa. I padri parlano con i loro bambini, invece di seguire annoiati le mogli, incollate davanti a vetrine che, con la crisi, acuiscono la frustrazione da consumi mancati. Come Adam Thomson, e dopo aver anch'io per anni auspicato l'adozione della legislazione newyorkese, o londinese, negozi aperti sempre, ogni giorno, ogni ora, come Adam Thomson, insomma, comincio ad avere qualche ripensamento. Durante la settimana teniamo - se possibile - i egozi aperti fino a tardi. Diamo alle donne che lavorano (e non solo a loro) la possibilità di fare spese senza l'ansia della saracinesca inesorabilmente chiusa. Ma la domenica, forse, va preservata. Se comincia a pensarci la Bibbia dei liberisti, forse non sbaglia neppure Santa Romana Chiesa che, da tempo, lo chiede.
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Il Messaggero