Nissan Ariya, gli inventori dell'auto elettrica moderna sorprendono ancora: il piacere sublime di guidare con un solo pedale

La Nissan Ariya completamente elettrica
Ariya nuova alla Nissan. La casa di Yokohama, bisogna ricordarlo, ha un ruolo strategico nella mobilità del futuro. È stata lei la prima a credere ed a realizzare su...

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Ariya nuova alla Nissan. La casa di Yokohama, bisogna ricordarlo, ha un ruolo strategico nella mobilità del futuro. È stata lei la prima a credere ed a realizzare su larga scala un modello 100% elettrico quando in questa “antica” tecnologia automobilistica non credeva quasi nessuno. Fino a quel momento, infatti, era stato impossibile portarsi dietro l’energia per viaggiare un numero di chilometri che non fosse uno scherzo. Dietro una grande svolta c’è sempre un visionario e a guidare la società giapponese è rimasto per circa un ventennio un genio dell’automotive. Fu lui il primo ad intuire che, negli anni Duemila, era scoccata l’ora della mobilità sostenibile perché la tecnologia era pronta ad azzerare la CO2. Al tramonto del 2010 mise in vendita, negli Stati Uniti e in Giappone, la formidabile Leaf. Incredibile ma vero, la “foglia” funzionava. Silenziosa ed ecologica. Ma anche scattante e piacevolissima da guidare. Certo, aveva poca autonomia, ma il “papà” dichiarò di non preoccuparsi perché si trattava solo del primo passo.

A confermare che non si stava scherzando, arrivò il riconoscimento più ambito: nel 2011 fu eletta Auto dell’Anno. Qualcosa era irreversibilmente cambiato. All’epoca gli extraterrestri Elon Musk e Mate Rimac armeggiavano ancora sui loro prototipi esclusivamente a batteria. Oggi, passato poco più di un decennio, si dibatte su quando le vetture termiche usciranno di produzione. E Leaf è stato un grandissimo regalo per Nissan. Gli anni di vantaggio accumulato si sentono e il brand nipponico, nonostante qualche turbolenza nel recente passato, sfoggia una competenza sul progresso elettrificato chiaramente visibile. L’apripista ha continuato a sfornare chicche nella rivoluzione ad elettroni introducendo l’epocale e-pedal con la seconda Leaf nel 2017. Attualmente ha a disposizione un’offerta elettrificata di primordine, anzi per certi versi quasi esclusiva. Un qualcosa di paragonabile al full hydrid in casa Nissan l’hanno chiamato e-Power ed è un’arma micidiale.

In pratica è un’elettrica ad “autonomia estesa” o, se preferite, una soluzione al 100% a batterie ma senza spina di ricarica. La trazione è totalmente ad elettroni e questo è il grande vantaggio dal punto di vista della guida. L’unità termica è presente, ma ha il compito esclusivo di fungere da generatore per produrre energia a bordo. Dispongono di questo sistema sia la nuova Qashqai che la nuova X-Trail e la differenza si vede (o meglio si sente...). Nel campo del puro elettrico arriva la terza generazione con il crossover Ariya che ieri è salita sul podio del prestigioso premio di “Car of the Year”. Nissan conferma di avere ancora diverse frecce nel suo arco. Ariya è una nativa elettrica, cioè si basa su una piattaforma pensata per viaggiare solo a batterie e, quindi, è in grado di sfruttare al massimo i vantaggi di questa alimentazione. La CMF-EV è realizzata dall’Alleanza (Renualt-Nissan-Mitsubishi) sotto la responsabilità proprio dell’azienda giapponese.

Lunga 460 centimetri, è una classica “media” per noi europei ed ha un design elegante e moderno caratterizzato da linee essenziali che sintetizzano la filosofia di Yokohama del «futurismo giapponese senza tempo» capace di non invecchiare con gli anni. Grazie all’architettura dedicata, la seduta è in posizione rialzata e lo spazio è sfruttabile in modo ottimale con un’abitabilità paragonabile ad una termica di 5 metri. La batteria è sotto il pianale, chiaramente non c’è il tunnel centrale ed anche anteriormente c’è uno spazio continuo, specialmente se si sposta indietro il grande supporto poggiabraccio comandato elettricamente. La plancia è piacevolissima, chiaramente tutta digitale come sono i gioielli più innovativi. Tre le versioni disponibili con due tipi di batteria (63 o 87 kWh). La due ruote motrici le può usare entrambe, con due livelli di potenza leggermente diversi: 160 kW con l’accumulatore più piccolo, 178 con l’altro (coppia sempre di 300 Nm, velocità 160 km/h).

Con la variate 4WD ci sono due motori, uno per asse, la potenza sale a 225 kW e la velocità 200 orari (l’energia è contenuta solo nell’unità da 87 kWh, l’accelerazione 0-100 scende a 5,7 secondi). Ma la vera differenza si prova andando poiché Ariya è qualcosa di molto avanzato, inarrivabile per le auto con motore a scoppio. La base del gioco è l’e-pedal, si guida solo con il piede sinistro utilizzando il pedale dell’acceleratore. Con un e-pedal che funziona come questo, scordatevi il pedale del freno ed anche i vari livelli di recupero di energia. Per trovare il feeling con il diabolico marchingegno basta poco, poi non se ne farebbe più a meno per nulla al mondo.

Si possono percorrere diverse decine di chilometri senza usare i freni che diventano qualcosa solo di “emergenza”. La fluidità di guida fa enormi passi in avanti: i cambi di carico non ci sono quasi più o, almeno, sono talmente pastosi che non si avvertono. Un modo di andare apprezzato tanto anche dai passeggeri poiché esalta il comfort. La 2WD più potente è data per un’autonomia di 500 km, distanza che si può fare nell’uso di tutti i giorni su un percorso non proibitivo se si usa la piacevole attenzione di guidare “elettrico”. Il listino, molto semplice, parte da 57.800 euro.

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Il Messaggero